di Maria Rosa Caire, Caterina Odennino, Clotilde Ravizza, Gemma Tarditi
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Alterazione spesso paradossale, allo scopo di sottolineare la realtà di un fatto mediante l’apparente dissimulazione della sua vera natura o entità. (da Oxford Languages)
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Nell’ambito del laboratorio Raccontare/Raccontarsi, denominato in seguito, come il nome di questa rubrica, Ragnatela Di Parole Scritte, svoltosi presso la Portineria di Comunità di Borgo San Paolo a Torino, le partecipanti sono state invitate a riflettere sulle quattro parole del nostro progetto. In questo quarto e ultimo appuntamento gli elaborati dedicati alla parola Ironia. Tra due settimane vi proporremo l’intervista al cantautore Fabio Caucino.
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C’è ancora ironia in giro?
Questo si e ci chiede Giulio Giorello nel suo libro “La danza della parola. L’ironia come arma civile per combattere schemi e dogmatismi” (Mondadori 2020).
Condivido, tratte dal suo testo, alcune citazioni, invito a successive riflessioni.
“L’ironia è una specie di danza della parola… un’arte difficile… perché bisogna, nello stesso tempo, avere considerazione per gli altri e saper ridere di sé. Se ci si considera tutti una massa di imbecilli, è inutile cercare di comunicare con una forma sottile di ironia.”
Ci riferiamo soprattutto all’ironia verbale che usa le parole per qualcosa di diverso da quello che è il significato di solito inteso, o da quello che sembrano significare; dire una cosa ma in realtà significare il contrario.
Ricordiamo tutti come Socrate usasse una forma di ironia quando, facendo una domanda, mostrava una finta non conoscenza, con l’intenzione di far sì che la persona di fronte potesse mettere a nudo la sua ignoranza e arrivasse quindi ad una comprensione più profonda.
Un altro esempio ci è offerto dalla forma di discorso usata da abili avvocati nei processi…
L’ironia dei fumetti dei Peanuts ci fa sempre sorridere, con i dialoghi di Charlie Brown, Linus e Lucy, i commenti di Mafalda e i pensieri di Snoopy e Woodstock… ove si rivela con la distanza tra ciò che dice un personaggio e ciò che realmente intende.
“L’ironia è una cosa seria” è il titolo di un libro di Francesco Poli sulle “strategie dell’arte di avanguardia e contemporanea.”
Si parla anche di ironia situazionale intendendo la disparità tra ciò che si prevede accada e ciò che effettivamente si svolge o ti aspetti.
C’è dell’ironia se va a fuoco una stazione dei pompieri, o se viene derubata una stazione di polizia…
L’ironia comunque vuole far riflettere con garbo, senza ghigno o digrignare di denti, senza travolgere chi ci sta di fronte, altrimenti si muta in sarcasmo, intenzionalmente offensivo.
L’ironia non arriva alla volgarità, non esprime dogmi, è stimolo verso spunti non abituali, spazio di creatività.
Applicata a partire da se stessi, dai propri errori, può migliorare lo sguardo sugli avvenimenti che coinvolgono la nostra vita: saper ridere di sé aiuta ad affrontare la realtà.
L’ironia richiede comunque di essere coscienti che le nostre opinioni possono essere relative, parziali, discutibili; è antidoto alla continua competizione con gli altri.
È anche una forma di discorso per catturare l’attenzione.
Oggi a volte mi trovo costretta a proteggermi con l’ironia per conservare dignità e contegno.(Maria Rosa Caire)
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L’ironia è elegante, l’umorismo è gradevole. (Caterina Odennino)
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Ironia un’altra bellissima parola…
Stupenda invenzione del linguaggio umano. Non so quando sia nata… L’Uomo delle caverne era ironico?? Boh! Può essere nata con una occhiatina, una smorfia, un gestaccio. Oggi diremmo… linguaggio non Verbale, e l’uomo primitivo di queste cose se ne intendeva di sicuro… Ora, nell’oggi, ci sono persone che l’ironia non la capiscono proprio, ti guardano con sospetto senza arrivare a capire, indecisi se offendersi o no. Non è un linguaggio banale: per capire ed usare l’Ironia occorre già avere un pensiero elaborato, creativo.
Saper essere ironici senz’altro aiuta nella vita, soprattutto se lo siamo verso noi stessi. È un modo per sdrammatizzare una situazione, togliere dall’imbarazzo, farsi accettare, portare un po’ di leggerezza, farsi una bella risata in compagnia.
L’ironia non è cattiva, non è malefica, non porta, anzi non deve portare danno, non deve trasformarsi in uno strumento di offesa, non deve calpestare la dignità delle persone, ridicolizzare, distruggere. Esistono altre parole come sarcasmo, scherno, cinismo, ecc. che fanno invece proprio quel mestiere lì; parole, comportamenti che non sono nel DNA di un sincero bradipo, solidale e sobrio. N’est ce pas? (Clotilde Ravizza)
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Sorriso e leggerezza sono importanti, nel senso di non prendersi troppo sul serio, essere consapevoli dei propri limiti e vedere nei difetti o nelle mancanze proprie o altrui il lato buffo. L’ironia solleva e non appesantisce. (Gemma Tarditi)
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Foto di copertina: pixabay.com
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Ragnatela Di Parole Scritte ritorna mercoledì 4 settembre
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