di Sara Migliorini Sara Migliorini
Un’avventura sui generis in una strana biblioteca alla ricerca del significato della vita e della felicità
Della serie: ti perdi tra gli scaffali di una libreria, leggi un titolo suggestivo, che ti attira come il polline con le api, ma ti ricordi che sul comodino, a casa, c’è una pila traballante di libri in attesa di esser letti. Quindi, in un raro soprassalto di maturità, decidi che non è il caso di far lievitare ulteriormente quella massa in equilibrio precario. Però, quel titolo non lo scordi, ogni tanto il libro occhieggia in mezzo agli altri nelle periodiche incursioni in libreria e, dopo mesi di silenzioso corteggiamento, sfoltita la torre babelica, arriva anche per lui il momento di prendere la strada di casa. Questo è quello che mi è capitato con “La biblioteca di mezzanotte” di Matt Haig, edito da E/O.
Cos’è la biblioteca di mezzanotte? È il luogo in cui viene catapultata la protagonista del romanzo, Nora Seed, in seguito al suo tentativo di suicidio, una sorta di non-luogo, sospeso tra la vita e la morte, in cui le lancette dell’orologio segnano perennemente le ore 24. Gli scaffali di questa biblioteca sono tappezzati da migliaia e migliaia di libri, che si stendono a vista d’occhio e ognuno di questi libri offre alla protagonista la possibilità di vivere un’altra vita, una delle migliaia che avrebbe potuto vivere se avesse preso in un determinato momento una decisione diversa. Non a caso Nora capita in questo luogo.
Dopo aver perso il lavoro, Nora mette in discussione sé stessa e le decisioni che l’hanno portata a quel punto esatto della propria esistenza. Si domanda come sarebbe stata la sua vita se non avesse abbandonato il nuoto agonistico, cosa sarebbe successo se avesse proseguito a scrivere canzoni e a cantare nella rock band creata insieme al fratello, come sarebbe stato partire e inseguire la professione di glaciologa, come sarebbe stato accettare la proposta di matrimonio dell’ex fidanzato e aprire insieme un pub. Satura di rimpianti e in un momento di solitudine assoluta, fermamente convinta di aver deluso le aspettative di tutti e di esser condannata all’infelicità, la strada del suicidio sembra la soluzione a tutte le irresolutezze di Nora.
La biblioteca di mezzanotte, invece, si presenta alla nostra protagonista come un’ancora di salvezza. Partendo dal libro più difficile di tutti, il libro dei rimpianti, Nora ha la possibilità di vivere tutte le innumerevoli esistenze “che avrebbe potuto vivere se…”, alla ricerca dell’esistenza perfetta, quella che dà la felicità tanto agognata. Sono molteplici le lezioni che Nora apprende di possibile vita in possibile vita. Impara che i rimpianti sono solo un’inutile zavorra e che bisogna lasciarseli alle spalle, senza indugio, non serve a nulla rimproverarsi per le occasioni mancate, per la mancanza di coraggio, per quel che è stato e non può esser cambiato. Impara a comprendere che non deve adeguarsi ai sogni e alle aspettative altrui, ma deve cercare quello che realmente risponde ai propri bisogni e ai propri desideri. Impara che non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà e ai problemi, che bisogna esser perseveranti, perché sempre, dopo la tempesta, il sole torna a splendere. Impara che non vuole affatto morire, che, dietro lo sconforto che l’ha portata verso il suicidio, c’era in realtà un grande sete di vita. Impara, soprattutto, che non esiste una vita perfetta, perché non esiste una vita esente da delusioni e tristezza, esistono solo vite nelle quali, giorno dopo giorno, si lavora per renderle degne di esser vissute.
Matt Haig affronta con grande delicatezza il tema della depressione, in cui chiunque può incappare, e con una scrittura semplice e scorrevole regala ai lettori una storia infusa di positività, speranza e fiducia. Una storia nella quale ci viene costantemente ricordato quanto sia vano indugiare sul passato, che non può esser cambiato, e quanto sia futile perdere tempo a vagheggiare un futuro non meglio precisato, un monito importante ad occuparci del presente e a renderlo degno di esser vissuto in ogni istante, perché solo del presente possiamo esser padroni. Un romanzo che, secondo me, è un vero toccasana per il morale negli inevitabili momenti di scoramento che tutti noi incontriamo nella vita.
Il Bradipo Legge ritorna lunedì 6 dicembre
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Brava Sara ho letto il tuo articolo mi è piaciuta molto l’analisi sul passato e sul futuro. Bisogna invece vivere più l’oggi cioè il CARPE DIEM. Un abbraccio
Bravissima Sara! Una recensione impeccabile!???
…. Mi hai fatto venire la voglia di acquistare il libro…. Grazie e brava!!! Gianfranco
Grazie Sara dopo la tua recensione credo proprio che lo leggerò molto presto
Grazie Sara. Mi sembra adattissimo per tirare su il morale a tanti giovani sconfortati. Domani corro in libreria!
Grazie a tutti, come sempre, per i vostri commenti e l’interesse con il quale leggete le mie recensioni. Spero che questo libro possa rivelarsi anche per voi un punto luminoso di ottimismo nei momenti di difficoltà