L’arbitro urla… “Tre, due, uno… Polo!”. Per 10′ è vietato mettere i piedi a terra dalla bicicletta, che diventa un destriero…
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⇒ di Guido Bigotti ≈ Diario Della Bicicletta
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Questo è il “Bike Polo”, gioco di squadra dove la coordinazione e l’equilibro la fanno da padrone. Disciplina che affonda le sue origini nel mondo anglosassone dell’Ottocento, ha conquistato alcuni Paesi, dove l’hockey era la sola cultura sportiva per approdare anche in Italia, dove il movimento sta crescendo. I gruppi più numerosi li troviamo in Veneto, fra Vicenza e Padova dove i Comuni si sono attrezzati, creando delle aree apposite per la pratica di questa novella disciplina sportiva. Seguono i colleghi di Milano, Torino, Roma e Bergamo.
Sul campo la sfida viene fatta da due squadre con 3 ciclisti ciascuno. A Milano, la sua diffusione la si deve ad una giovane svedese bike messenger di professione, che fra una consegna e l’altra iniziò a diffondere le regole base, a giocare e creare un bel gruppetto di appassionati. Negli anni, il livello si è alzato e il gruppetto si è trasformato diventando alquanto professionale, costituendosi in associazione e affiliandosi alla Uisp (Unione italiana sport per tutti). Si può giocare all’aperto ma anche all’interno delle palestre, il campo si inventa all’occorrenza.
All’inizio era sperimentazione pura. Le mazze si fabbricavano con le racchette da sci e i tubi da idraulico; leggende metropolitane narrano anche di stecche di bambù. Poi man mano i giocatori si sono specializzati realizzando mazze e bici adatte. Attenzione però si può giocare con qualsiasi bicicletta. C’è chi scende in campo con ruote da 28, chi con mountain bike e chi si fabbrica bici particolari con specifiche tecniche. Meglio evitare lo scatto fisso, sono troppo lente.
L’importante è che non si creino ostacoli al passaggio della pallina nel telaio e non ci siano spuntoni; le bici devono essere sicure e bisogna proteggersi con caschetto guanti e ginocchiere. C’è un freno solo, solitamente anteriore o a tamburo, anche perché con l’altra mano bisogna impugnare la mazza. Il resto è evoluzione continua. Le regole come sempre le scrivono gli americani. Non c’è un campionato di bike polo ma ci sono tanti tornei e in assenza di una vera e propria federazione ci si organizza anche a livello internazionale usando social network e forum.
Perché scegliere il bike polo? E’ uno sport in crescita, ancora tutto da costruire, è un po’ come essere agli albori del cinema o tra i pionieri della pallacanestro. E’ una realtà competitiva ma sana, che aggrega, fa gruppo. Uno sport molto fisico dove devi essere bravo a muoverti bene, velocemente coordinando i movimenti. In Italia però ci sono ancora tanti ostacoli da superare. Convincere i giovani ad esplorare uno sport alternativo al classico pallone e coinvolgere le istituzioni in modo che diano spazi in più e visibilità al bike polo, sfatando il mito che sia un’attività da maschi. Il divertimento è assicurato.
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⇒ Foto: wikipedia.org ≈ Prossimo Appuntamento: giovedì 6 maggio
Wow… Grazie Guido per la divulgazione di questo sport, non conoscevo il Bike Polo, originale e impegnativo per chi lo pratica.
Non conoscevo questa attività, in bicicletta ne ho fatte di ogni genere, questa mi manca di fare, bella iniziativa
“a tutto sport”. Informatissimo come sempre.
Grazie per la novità Guido;attività aggregante di cui ne abbiamo bisogno in questi momenti.
L’importanza di fare movimento e divertirsi in modo sano, intelligente e non inquinante! Bello.
Anch’io non conoscevo proprio questa disciplina sportiva, sembra anche parecchio faticosa da praticare.
Tu Guido l’hai per caso pure provata ?
Grazie a Tutti. ?
No Paolo, purtroppo non l’ho ancora provato, ma ho assistito ad una partita. Spero prima o poi di poterlo provare e poi ti diro’. Un abbraccio e spero di vederti presto. Guido ?
Grandissimo Guido come sempre.
Ciao Guido anche io non conoscevo questo sport ,ma da oggi cercherò di seguirlo ,per quanto riguarda il praticarlo …. meglio di no,mi farei del male.Un abbraccio