Diversi sono stati i programmi dedicati a Dante Alighieri, in occasione dei festeggiamenti per i 700 anni dalla sua morte
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⇒ di Gianfranco Gonella ≈ Il Mito Ostinato
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Cari amici bradipolettori, in questo ultimo mese abbiamo avuto modo di vedere e ascoltare programmi dedicati al “Sommo poeta” Dante Alighieri, in occasione dei festeggiamenti programmati per celebrare i 700 anni della sua morte. E la data scelta per dare inizio a questo è stato il 25 marzo, giorno soprannominato “Dantedì”, perché, non so con quale calcolo, è stato stabilito che proprio in quella giornata Dante inizia la sua discesa agli inferi per raccontarci la sua “Divina Commedia”. Qui incontra Virgilio che lo accompagnerà nei vari gironi infernali, facendogli incontrare tanti personaggi dei quali racconterà il perché siano stati condannati alle pene eterne.
Non è mia intenzione farvi una lezione di letteratura o di darvi mia interpretazione su questo o quel personaggio inserito in un qualsiasi girone, ma è la figura di Caronte quella sulla quale mi voglio concentrare. Caronte è una figura che risale alla mitologia greca, era il traghettatore dell’inferno e il suo compito era quello di trasportare le anime dei morti da poco nell’Ade, l’inferno appunto, dove avrebbero abitato per l’eternità. Il suo lavoro era quindi infinito e ripetitivo, uniche eccezioni quando una persona vivente voleva accedere agli inferi, come ad esempio Ercole o Orfeo.
Le rappresentazioni di Caronte nell’arte della Grecia antica sono in molti casi coincidenti. Dai vasi funerari attici dei secoli quinto e quarto a.C. al vasellame più minuto di epoca successiva, in queste manifestazioni appare ruvido: un marinaio ateniese, trasandato, vestito di rosso-bruno, con un remo nella mano destra e la sinistra protesa a ricevere il defunto. Le due opere letterarie più significative in cui si incontra la figura di Caronte sono l’Eneide di Virgilio e la Divina Commedia di Dante Alighieri.
Secondo Virgilio, Caronte è un vecchio barbuto ed emaciato con “gli occhi di fiamma” che spinge la barca con una pertica. In Dante, invece, assume una connotazione meno neutrale e più “schierata”. Il Caronte dantesco, infatti, sgrida le anime (“Guai a voi, anime prave!”, Canto III dell’Inferno, v. 84) fino ad arrivare a picchiare con un remo coloro che si attardano sulla riva (“…loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia” Canto III dell’Inferno, v. 110-111”).
In tutti i casi, comunque questa figura ha in comune il colore, o meglio l’aspetto, dei suoi occhi: sempre feroci, lampeggianti, febbrili, di un colore tra il blu e il grigio (qualcuno sostiene siano gli specchi del suo compito: né chiari, figli della bellezza di Dio, né neri, rappresentativi del colore della Morte e del Diavolo). Al nome di Caronte spesso è stato abbinato l’anticiclone africano che a luglio traghetta il nostro paese nel cuore dell’estate.
Comunque, tornando alla mitologia, il suo lavoro come scritto, consisteva nel trasportare le anime dannate all’inferno, stipandole con una pertica nella sua barca e lasciando agli angeli trasportatori quelle che invece portavano l’obolo, le monete lasciate dai vivi sulle loro palpebre, quelle che, per fare un esempio con i nostri giorni, pagavano il biglietto sull’autobus. Possiamo paragonarlo quindi a un controllore GTT (l’azienda dei trasporti pubblici del torinese), senza offesa per questa categoria naturalmente, e perché no anche al nostro capo di governo.
Ebbene sì, ci torno al nostro governo Frankenstein, un governo nato per traghettare questa legislatura fuori dall’impasse nella quale la pandemia ha portato, mantenendo di fatto questo parlamento che sarà chiamato nel 2022 a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e che non oso immaginare, in un parlamento rinnovato, con le previsioni di voto che danno i sovranisti in netta maggioranza, quale figura “garantista” ne potrebbe venir fuori.
Però, nel frattempo, questi continuano a litigare, ognuno a tirar l’acqua al proprio mulino, alla ricerca spasmodica del voto in più, promettendo mari e monti ai loro adepti e facendo dimenticare, almeno a parole, che questi mari e monti da qualche parte devono saltare fuori…e le mie tasche, come credo anche le vostre, siano sempre più vuote.
Intanto, tra alti e bassi, continua la campagna vaccinale. Devo ribadire della grande professionalità e umanità da parte di giovani medici e personale paramedico, infermieri, che ho trovato nell’occasione della somministrazione del vaccino a mia mamma, ultraottantenne, che è stata assistita come se fosse la loro mamma, ed eravamo a sera tarda, alla fine del loro turno di lavoro.
Ma le cose non funzionano come dovrebbero, ancora ad oggi il governo auspica di arrivare a 500.000 vaccinazioni giornaliere e le date si allungano.
Dobbiamo chiamare un generale per coprire la figura di Commissario per l’emergenza sanitaria per la sua grande esperienza nelle zone di guerra, in periodo di pace….
E poi penso a programmi come “La caserma”, dove la voce del sottufficiale ribadiva a una rappresentanza di giovani, di quanto fosse bella e formativa la carriera militare, di come avrebbero appreso i valori dell’amicizia che sarebbero stati indelebili nella loro vita e che non avrebbero mai dimenticato i loro compagni di avventura. E allora gli abbiamo insegnato a mimetizzarsi, a giocare alla guerra. Non li ho visti montare una tenda, allestire una cucina da campo per emergenze.
Se penso a quando sono andato come volontario di protezione civile, scout, a rimettere in piedi la tendopoli di Assisi dopo il terremoto mi vengono ancora i brividi: tende mal montate, legature che neanche un bambino farebbe alle proprie scarpe, materiale nuovo lasciato alle intemperie e potrei continuare.
Le tende alla fine non venivano neanche più piegate e ricomposte, si preferiva alienarle per riprenderle nuove in una nuova emergenza. Adesso per evitare questi sprechi le hanno fatte gonfiabili, spero che non si buchino. Io il militare l’ho fatto, la leva era obbligatoria e non ho avuto la possibilità di scegliere il servizio civile come alternativa perché allora ancora non era stato introdotto. E, devo ammetterlo, di amicizie fatte in quell’anno non ho ricordo, di imprese formative nemmeno.
Eppure facevo parte di un’arma specializzata, l’aeronautica, potrei dire di essere stato un privilegiato, ma quell’anno, a mente fredda ancora oggi lo considero un anno perso, in virtù anche che lavoravo già e che per servire lo Stato, ho perso di fatto un anno di stipendio. In compenso, a Brescia vengono gettate due molotov contro un centro vaccinale… e qui i militari dov’erano? Basta, non voglio andare oltre, rischierei la denuncia.
Vi lascio con il brano scelto per il titolo, Caronte, è del gruppo rock progressivo The Trip, brano che dà il titolo al loro secondo album del 1971; alle tastiere Joe Vescovi e qui, nella versione live, alla batteria Furio Chirico. Buon ascolto.
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⇒ Foto: wikipedia.org ≈ Prossimo Appuntamento: martedì 4 aprile
Caro Gianfranco, una volta tanto ti scrivo per contraddirti. Nel momento in cui sostieni che le tue tasche sono sempre più vuote… ma stai scherzando? controlla meglio, guarda che io, noi tuttti, ne abbiamo proprio le tasche piene!
Ah ah ah! scusa… ho distorto un poco il significato della tua frase per esprimere in senso figurato il mio stato d’animo. Negli ultimi giorni ci sono state diverse notizie che mi inducono, oltre alla perplessità, anche un forte pessimismo. La viglia di Pasqua i vigili hanno sequestrato l’auto in cui dormiva un poveretto (caduto in disgrazia e senza più casa) con la scusa che il mezzo, privo di assicurazione, non può stare in strada (però tutti quelli che girano senza copertura assicurativa continuano a farlo impunemente, con rischi molto più gravi per chi, da essi, potrebbe subire un incidente). Sempre sabato, la polizia comunale ha elevato contravvenzione di 400 euro a un cameriere senza lavoro che non riuscendo e vivere con i 300 euro della cassa integrazione, chiedeva l’elemosina in un mercato; queste persone non erano moleste, nessuno se ne era lamentato, qualcuno cercava pure di aiutarli ma l’inflessibile scure della legge si è abbattuta su questi casi umani! Qualche giorno fa invece la Procura di Milano ha mandato assolto un ventiquattrenne che a marzo dello scorso anno, in pieno lockdown, aveva dichiarato il falso nell’autocertificazione per gli spostamenti; nella sentenza si legge che “l’obbligo di riferire la verità non è prevista da alcuna norma di legge…”
Capito? e io fesso che per accompagnare mia moglie a una visita medica mi facevo mille scrupoli di scrivere una motivazione che fosse ineccepibile nel caso mi avessero chiesto ragione del perchè sostavo in auto lontano dal mio domicilio!
Potrei continuare con altri esempi ma già questi sono sufficienti a dare un’idea del mio stato d’animo. Mi sembra che certe azioni della forza pubblica siano la reazione voluta da amministratori frustrati che per farci vedere che stanno adempiendo ai loro doveri istituzionali, colpiscono dove riescono, nei confronti dei più deboli soppratutto (un po’ come fanno i controllori della GTT, che danno tempo agli energumeni di eclissarsi ma sanno fare i duri con il pensionato che magari ha dimenticato a casa l’abbonamento). Qui non si tratta solo di avere un governo Frankenstein ma abbiamo un’invasione di “mostri” distribuiti a tutti i livelli!
Vedremo se saremo veramente traghettati fuori dall’impasse da questo esecutivo e vedremo se qualcosa cambierà ma io ci conto poco perchè, come hai detto, continuano a litigare e i motivi dei dissidi non cesseranno mai di esistere, vedrai! anche con un nuovo governo, anche se cambiassero tutte le persone che ora sono la nostra classe politica! Si profilano tempi duri per tutti e anche Caronte da par suo dovrà fare i conti coi tempi che cambiano.
Quando Salvini arriverà all’inferno (mi immagino attraversando l’Acheronte su una moto d’acqua della Polizia) si adopererà subito per impedire ogni ulteriore sbarco a tutta quella pletora di dannati e allora anche per Caronte, scafista ante litteram, si prospetteranno tempi bui… disoccupato dopo più di settecento anni di onorato servizio!
Mi ha fatto piacere rinfrescarmi un po’ la memoria con le tue note sul “nocchier de la livida palude”; tu hai parlato di questa figura che si presenta all’inizio dell’inferno dantesco ed io ho voluto (per cercare una chiusa a questo intervento) andare a vedere con quali parole Dante abbandonava alla fine l’inferno, così, per cercare anchio una qualche similitudine. Devo dire che in seguito a quanto ho prima vaticinato, l’ultimo verso dell’inferno mi ha suscitato immagini più simili ad una colica o un mal di denti che non di speranza… Dante dice: “E quindi uscimmo a rivedere le stelle”… ahi che dolor!
Caro Claudio hai ragione a riguardo delle tasche “piene”.
Non immagini, anzi tolgo il non, di quanto sia stufo di questo modo di procedere da parte di chi non riesce a guardare al di là del proprio naso.
Ci sono delle semplici regole da osservare, magari non le si condivide, ma sono regole e come tali vanno rispettate; poi, nelle sedi adatte e con ragion di causa le si possono discutere e, nel caso, modificare.
Ma al momento sono queste, se non ci piacciono, restiamo in casa e non compromettiamo quanto di buono stanno, stiamo, facendo chi le rispetta.
Venendo agli esempi che hai riportato a riguardo del senza tetto al quale hanno sequestrato l’auto perché priva di assicurazione o al cameriere che chiedeva l’elemosina al mercato devo purtroppo ritornare a quanto già scritto in altre occasioni ancora dai tempi del blog: a volte bisogna che prevalga il buon senso, specialmente da parte di chi è tenuto a far rispettare le regole, le leggi.
Si erano appena assopite le polemiche a riguardo della cacciata dal centro cittadino dei clochard da parte dei vigili urbani ed ecco che alcuni di essi tornano all’onore delle cronache per quanto da te citato; in questo caso però il buon senso è arrivato, dopo, perché la multa al poveraccio è stata levata, come da notizia pubblicata su La Stampa due giorni dopo, mentre all’altro poveretto un rifugio presso una struttura convenzionata è stato offerto.
Ma in compenso altre notizie si sono affacciate in questa settimana agli onori della cronaca cittadina: la regione Piemonte che aveva emesso una legge all’avanguardia in tutta Italia a riguardo del gioco d’azzardo, limitando gli orari di apertura e imponendo distanze di sicurezza dai luoghi sensibili, ad esempio le scuole, dei locali dove collocare le macchinette acchiappa gonzi, con un blitz da parte di assessori leghisti hanno messo in approvazione per il prossimo consiglio regionale una nuova legge che di fatto cancella quella precedente e da nuovamente ampia libertà di manovra ai distributori di tali apparecchiature.
Questo perché, dicono, lo avevano promesso ai loro elettori: chi siano questi elettori non lo voglio sapere, in compenso il “famoso” Rosso continua a rimanere in galera e sappiamo come mai.
Altra notizia che ci deve far pensare è quella dell’infermiera di Piossasco chiamata per un intervento domiciliare che viene scacciata a malo modo dai parenti del malato perché essendo dei negazionisti alla richiesta di indossare la mascherina da parte della infermiera stessa, si rifiutavano e, come scritto, la mandavano via.
Buone notizie dalla medicina d’eccellenza per l’intervento sulla bambina che aveva l’intestino al posto del polmone e che, nonostante tutto, anche grazie ai vaccini eseguiti, la curva dei contagi è in decrescita.
Quest’ultima situazione fa si che da domani, 12 aprile, torniamo ad essere arancioni e, secondo alcuni amministratori, Cirio in testa, sono sicuri che tempo due settimane saremo nuovamente gialli.
Con la consapevolezza che saranno nuovamente in tanti a non rispettare le regole e che il buon senso specialmente da chi di dovere, verrà nuovamente meno, sarò profeta di sventura, ma credo che invece torneremo vireremo nuovamente al rosso.
Spero di essere contraddetto dai fatti, ma nutro seri dubbi.
La Sardegna ci ha insegnato che senza comportamenti coscienziosi, anche abitare su un’isola no significa debellare il virus. Spero lo capisca anche tutto il resto dell’Italia. Le notizie del passaggio in arancione di tutto il Piemonte, no, escluse provincie di Torino e Cuneo rimandate a mercoledì, no, solo Cuneo e Torino anche lei da domani sono la dimostrazione del pressapochismo e impreparazione di tutti. Francamente non capisco la differenza di passare in arancione il lunedì o il mercoledì, che differenza possa fare. Ricordiamoci sempre la Sardegna… speriamo solo che arrivino i vaccini. E magari qualche negazionista si converta o che non faccia più danni (il male, comunque, non si augura a nessuno).