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Ciclismo e calcio calcio e ciclismo un binomio forse impossibile o forse possibile…
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Ai “microfoni” virtuali di bradipodiario, Pierluigi Piacentini, responsabile della squadra Juniores Regionale e organizzatore eventi del “Casteggio Football Club 1898” con la passione per il ciclismo.
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Per prima cosa ti chiederei di presentarti brevemente ai nostri lettori.
Mi chiamo PierLuigi Piacentini, ho 57 anni, vivo a Casteggio nella splendida cornice dell’Oltrepò Pavese. Lavorativamente parlando sono responsabile Sales and Marketing per una azienda. Sportivamente parlando ho due grandi passioni: la prima passione è il calcio, che ho praticato in un primo momento e successivamente ho acquisito il patentino UEFA B, che mi permette di allenare e di prendermi enormi soddisfazioni, soprattutto nel settore giovanile. Mi piace tantissimo insegnare calcio ai giovani. La seconda passione è il ciclismo, soprattutto quello su strada.
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Pierluigi vivi un’estrema passione per la bicicletta da corsa. Come è nata e perché?
E’ una passione che è nata fin da piccolo quando mio papà mi portava a vedere le corse amatoriali a Casteggio. Ricordo con emozione quando salivo sulla jeep del giudice di gara (amico di mio papà) e facevamo il circuito. Emozionante. Crescendo questa passione è sempre rimasta viva. Quante corse locali ho seguito (una fra tutte la Freccia dei Vini) e interminabili attese pur di seguire le tappe del Giro d’Italia e Tour de France. Giocando a calcio non potevo, però, praticarlo (non era possibile fare bene entrambe le cose) ma, una volta appese le scarpette al chiodo, ho cominciato a macinare sempre più chilometri. Inizialmente con una prima bicicletta modello Bottecchia e poi piano piano migliorandomi
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Quali sono i tuoi itinerari, come li studi e li ricerchi?
Come evidenziato in precedenza, ho la fortuna di abitare in Oltrepò, non è difficile trovare percorsi. Abbiamo le colline e siamo molto vicini agli Appennini (Passo Penice, Passo del Brallo, Armà, Giovà ecc…) Durante l’annata comunque mi organizzo con amici per andare a pedalare sulle grandi strade e salite del Giro d’Italia. Senza mai dimenticare un itinerario diventato tradizione: Castellania, il paese di Serse e Fausto Coppi
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Parliamo anche di calcio. Il Casteggio Football Club 1898 vanta il primato di avere la prima squadra di calcio nata in Lombardia, infatti, è nato ancora prima del Milan (1899) e dell’Inter (1908)…
Eh sì. Abbiamo l’onore di essere la società più longeva in Lombardia. Altra nota di cronaca, è stata fondata nello stesso anno in cui è stata istituita la sezione calcistica della “Società per l’Educazione Fisica Mediolanum” (nota come S.E.F. Mediolanum), nella cui formazione militò un casteggiano, Umberto Meazza, che in seguito farà parte della “Commissione Tecnica della Nazionale Italiana” e fonderà essendone primo presidente, l’Associazione Italiana Arbitri nel 1911. Furono i giovani di quei tempi a volere una squadra calcistica e probabilmente lo stesso Meazza era tra questi. Nel 1905 verrà poi iscritta nella FIF Federazione Italiana Football che poi diventerà FIGC Federazione Italiana Gioco Calcio.
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Ci puoi raccontare i primati raggiunti da questa società sportiva (tra tutti la vittoria della Coppa Italia Dilettanti nel 1977 a San Siro)?
Se non sbaglio anche la “Coppa Lombardia” (competizione non più esistente), precedentemente si chiamava “Coppa Casteggio”. Istituita dal facoltoso marchese Negrotto Cambiaso di Voghera. Oggi, se non erro quella coppa si trova al museo del Genoa 1893. Narrano, tra storia e leggenda, che l’Fbc Casteggio nacque da un’idea del marchese sopracitato e futuro asso dell’aviazione nella Grande Guerra, che regalò un pallone da football a un gruppo di ragazzotti del paese, insegnando anche i rudimenti di quello sport venuto dall’Inghilterra. Era il 1898, una data più che pionieristica, che colloca i gialloblu nella ristretta èlite dei club più antichi d’Italia e ne fa probabilmente il più antico di Lombardia. Nei primi anni dieci, tra Seconda Categoria e Promozione, figurava tra le migliori squadre del campionato lombardo. Dopo il primo conflitto mondiale, al termine del campionato di Promozione, il Casteggio venne ripescato in Prima Categoria. Nella stagione di debutto in massima serie, nel girone A della Lombardia chiuse secondo dietro l’Inter. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, per tutto il mezzo secolo successivo il Casteggio si mantenne con regolarità quasi assoluta al massimo livello regionale, tra Promozione, Campionato Nazionale Dilettanti, Prima Categoria ed Eccellenza. Il Casteggio ha vissuto il punto più alto della sua parabola con la conquista della Coppa Italia Dilettanti, il 3 luglio 1977, nella prestigiosa cornice di San Siro, battendo 2-0 la Sangiuseppese. Dopo varie vicissitudini societarie, ricominciò nuovamente la scalata dalla Terza Categoria, sino alla Promozione in cui abbiamo militato fino ad oggi. La stagione 2023 è stata straordinaria. Il Fbc Casteggio ha vinto il campionato e il prossimo anno militerà in Eccellenza. E per non farci mancare niente vittoria della Coppa Italia di categoria contro l’Arcellasco Città di Erba. Splendida doppietta.
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Tra i casteggiani, si tramanda il ricordo di una squadra nata tra le prime in Italia? La gente ne parla? Si tramanda il ricordo?
Della vecchia guarda non sono rimasti in molti, ma la nuova generazione fa di tutto per tenere molto vivo questo ricordo.
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Torniamo a parlare di ciclismo, cos’è per te?
Il ciclismo per me è libertà, soddisfazione di aver raggiunto un obiettivo, fatica e contentezza nello stesso tempo. Emozioni difficili da spiegare a parole, si capiscono solo pedalando. Il ciclismo per me non è agonismo (non partecipo a gare o gran fondo) ma la bellezza di essere con splendi amici con cui condividiamo questa passione facendo tanti chilometri.
Quante e quali biciclette hai?
Ne ho una sola, una Giant Propel. In precedenza ho avuto una Bianchi che per me rimane sempre una bicicletta top. Ho intenzione di prenderne una in tempi brevi. Ci sono molte marche valide … vedremo
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Sogni ciclistici nel cassetto?
Fare salite dolomitiche che ad oggi non sono ancora riuscito a fare, tra tutte le Tre Cime di Lavaredo.
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Qual e’ il ciclista che ammiri o hai ammirato di più’?
Sarebbe riduttivo citarne uno. Tuttora sono un tifoso di Coppi, passione ereditata da mio papà. E poi Moser, Saronni, Bugno, Chiappucci, Pantani. Arrivando ai giorni nostri Nibali e ora Ganna e qualche giovane che spero possa rinverdire i grandi fasti del ciclismo italiano, che al momento è un po’ in difficoltà.
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Se tra i nostri lettori ci fosse qualcuno che volesse iniziare a fare sul serio e cimentarsi nel ciclismo amatoriale, che consiglio gli daresti?
Di iniziare con prudenza e capire se vuole praticare effettivamente questo sport. Come detto in precedenza bisogna saper soffrire, sudare, a volte si vorrebbe mollare tutto, stanchezza ai massimi livelli, ma il giorno dopo vorresti essere di nuovo in bici. E poi viverlo, questo sogno, con spensieratezza, senza agonismo esasperato, tanto non siamo professionisti.
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Hai un aneddoto o un ricordo legato al mondo delle due ruote da raccontarci?
Il mio ricordo migliore è quando ho affrontato il giro dei 4 passi dolomitici, però il Gavia e lo Stelvio non sono stati da meno.
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L’Italia per te è una nazione per ciclisti?
Sicuramente si, lo dicono i dati e le statistiche. Però, al momento manca ancora una cultura. Sono ancora troppi i rischi che si corrono. Servono regolamentazioni severe (una su tutte il casco obbligatorio), ma soprattutto è importante che ci sia una educazione civica sia per gli automobilisti che per i ciclisti
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Se ti chiedessi di lanciare un pensiero legato al mondo dello sport, ma soprattutto del ciclismo, cosa diresti ai nostri lettori?
Di vivere lo sport con serenità, oggi ci sono troppe pressioni e aspettative. Lasciamo che i nostri giovani crescano con sani valori.
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Foto: Simone Ghisolfi
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Diario Della Bicicletta ritorna martedì 11 luglio
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Complimenti
Per l’entusiasmo che ha da sempre accompagnato
Le tue sane passioni
Una vera passione richiede dedizione, sacrifici,sofferenza e grande forza di volontà, valori che mai tramontano e che caratterizzano le persone migliori, sotto tutti i punti di vista.
La sensazione che si ha nel vedere i ciclisti è proprio la libertà
Ogni volta farci emozionare,con bellissimi racconti.Un Abbraccio
Bertini Andrea
Ogni volta riesci farci emozionare,con bellissimi racconti.Un Abbraccio
Bertini Andrea
Come dice Beatrice più sopra, guardare un ciclista , hai subito l’idea di libertà! Ti sembra possiedano la strada, l’aria, il mondo!
Bellissima storia anche quella legata alla squadra del Casteggio e alle sue nobili origini, è bello ricordare queste storie. Bravo Guido
Bellissima storia di calcio vero ed eroico e di passione per le due ruote: come poteva non coinvolgermi?
Ci insegni sempre come il vero sportivo abbia una filosofia di vita sana e profonda.
Un avvincente ritratto di impegno e passione 👏
Articoli sempre molto interessanti e pieni di passione. Bellissimo poi il vostro sito!! Complimenti davvero!!