di Umberto Scopa Umberto Scopa
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Un viaggio in Brasile alla fine dell’800 alla ricerca di emigrati italiani
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Nel 1897 un giornalista italiano si inoltra nelle sconfinate terre del Brasile con una precisa missione. Deve documentare con un reportage le condizioni di vita dei numerosi connazionali italiani immigrati in Brasile che trovano occupazione nelle immense piantagioni di caffè. Il reportage, oggi raro e prezioso per le informazioni che contiene, ci offre un’immagine poco conosciuta e poco raccontata della nostra immigrazione del passato. Io offro all’ascolto di chi vorrà trovarvi motivi di interesse questo testo con la mia lettura vocale. Le condizioni dei nostri antenati immigrati in Brasile emerge in tutta la sua spietata durezza, una condizione di sfruttamento acuita dalle violenze usate dagli sgherri assoldati dai proprietari terrieri. Per documentare queste condizioni di vita nel modo più veritiero, il giornalista viaggia sotto le mentite spoglie di un immigrato italiano in cerca di lavoro. Intraprende il viaggio come uno di loro, e si introduce nel meccanismo di reclutamento dei lavoratori provando sulla sua pelle l’esperienza reale dei suoi più sfortunati connazionali. Non anticipo altro di quello che gli accade. Dico solo che la meticolosa descrizione del viaggio ci permette di calarci in un’epoca e una terra dove i trasporti sono avventurosi e approssimativi e attraversano un paesaggio primordiale che ci è minuziosamente descritto, e ancora non conosce le radicali trasformazioni del ventesimo secolo.
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Il Contastorie ritorna giovedì 7 ottobre
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