di Giuseppe Rissone Giuseppe Rissone
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Una vita in vacanza forse è troppo e forse sbagliata, però a 60 anni ci si può anche pensare…
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Riprendo il filo delle mie piccole storie quotidiane, descrivendovi una vacanza, sì avete letto bene, ho fatto una vacanza di ben nove giorni. Lo scorso anno è saltata per ovvie ragioni, quest’anno sono tornato dopo due anni e quattro mesi nella mia amata Chiavari. Recarmi nella “capitale” del Tigullio, vuol dire per me come tornare a casa, rivivere piacevoli momenti nei luoghi della mie vacanze d’infanzia e dell’adolescenza, rivedere tanti volti amici.
Un carosello di emozioni hanno scandito questi nove giorni, parto dal presentarvi la mia giornata tipo: sveglia entro le 8:00, colazione, passeggiata di oltre un’ora in diversi luoghi della città: dalla spiaggia della zona di Levante, alla foce e lungo il torrente Entella, alla salita che porta al castello, alla circonvallazione da cui si può ammirare il Golfo e relativa lunga discesa – contornata da splendide ville e ulivi – che riporta in città. Rientro a casa e seconda uscita per il centro storico con mia moglie e seconda colazione in un bar affacciato sulla gradevole piazza Mazzini, pranzo, sonnellino ristoratore, e nuova uscita – sempre con mia moglie – in direzione passeggiata a mare con qualche capatina in spiaggia. Tutto questo con l’aggiunta di incontri con vecchi amici e qualche pranzo in locali tipici della zona.
A tutto questo devo aggiungere un concerto, quello di Nino Buonocuore, che mi ha sorpreso positivamente – l’artista napoletano dopo alcuni successi commerciali e alcune apparizioni al Festival di Sanremo si è dedicato alla musica jazz – esibendosi con un terzetto composto da Antonio Fresa al pianoforte, Antonio De Luise al contrabbasso, Amedeo Ariano alla batteria, e da un ospite diverso per ogni serata, sul palco di piazza Nostra Signora dell’Orto è salito il sassofonista e clarinettista Max Ionata, tutto questo nell’ambito di Chiavari in Jazz, che ha visto alcune settimane prima esibirsi Tullio De Piscopo. In questa occasione ho usato per la prima volta il green pass, che mi ha permesso di sedermi e assistere al concerto in assoluta comodità, quando qualcuno dice che il passaporto verde limita la libertà mi vien da dire ma mi faccia il piacere…
Forse sarà banale ma tutte le volte rimango stupito da quanto sia diversa la vita in una piccola città, Chiavari conta circa 30.000 abitanti, il traffico non è del tutto inesistente ma sopportabile, biciclette e motorini la fanno da padrone, anche chi conduce una quattro-ruote sembra più rilassato e tutti e dico tutti, si fermano a ridosso delle strisce pedonali e non solo. Se cammini con un abitante del posto è normale che più volte interrompa la conversazione per salutare qualcuno, dando quasi sempre del tu, cosa che mi sorprende pensando come nelle grandi città rischi di non conoscere nemmeno il vicino di pianerottolo. Potrei aggiungere il clima, il mare, il buon cibo, il verde delle colline, anche se da diversi anni la zona è spesso colpita da forti piogge – basti pensare all’alluvione del 2014 – che fa sì che negozi a strade si allaghino con estrema velocità. Ogni avviso dell’arrivo di una nuova perturbazione mette in allarme, e i commercianti posizionano all’ingresso delle grosse travi di legno a protezione dei loro negozi. Questo, come tutti ben sappiamo, non è un problema chiavarese, ligure o italiano, ma riguarda tutto il pianeta.
Sono tornato a casa con il forte desiderio – a dir la verità ci penso da decenni – di trasferirmi presto a Chiavari, una mia cara amica vedendomi partire mi ha scritto dicendomi che avevo il volto triste, è vero tutte le volte che devo lasciare quei luoghi mi assale un forte senso di sconforto che si trasforma nei giorni seguenti in malinconia. Forse è giunto il momento di prendere una decisione, Chiavari è lì che mi aspetta.
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Piccole Storie Quotidiane ritorna venerdì 29 ottobre
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Grazie per voler bene alla “nostra” Chiavari!