La realtà detentiva femminile, comprenderne i bisogni, garantendone un reddito e riscatto attraverso il lavoro.
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⇒ di Laura Rissone ≈ Gli Altri Siamo Noi
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“Gli altri siamo noi” prosegue il suo viaggio tra le piccole associazioni e cooperative solidali che operano nella nostra penisola, questo mese è la volta della Cooperativa Sociale Lazzarelle di Napoli, dalla dalle parole della vice presidente Paola Pizzo.
Qual è stata la “scintilla” che ha portato alla fondazione della vostra associazione e quali sono i suoi fini principali? L’idea di fondare una Cooperativa che impiegasse donne detenute nasce dall’incontro diretto con la realtà detentiva femminile e dall’aver compreso che i bisogni erano molteplici e complessi e che era forte la necessità di sperimentare un intervento che garantisse un reddito e insieme costruisse percorsi di riscatto sociale attraverso il reinserimento lavorativo. Eravamo e siamo convinte che il carcere non debba essere un luogo oscuro e dimenticato, e che è sempre possibile, anche nelle condizioni più difficili, che le donne siano protagoniste del loro cambiamento. Ci troviamo in un contesto gravemente svantaggiato dal punto di vista socioeconomico in cui soprattutto le donne faticano a entrare e restare nel mercato del lavoro. Le donne detenute sono doppiamente svantaggiate, e faticano ancor di più a intraprendere percorsi di emancipazione. Per questo abbiamo pensato di provare a rispondere a questo bisogno attraverso una torrefazione che produce caffè artigianale secondo la tradizione napoletana e più in generale promuovendo la creazione di nuova imprenditorialità e lavoro autonomo femminile.
La rubrica “gli altri siamo noi” va alla ricerca delle piccole realtà sociali e solidali della penisola, essere “piccoli” – e quindi con un raggio d’azione in un territorio circoscritto – comporta vantaggi o svantaggi?Ci sono sempre degli svantaggi nell’essere piccoli, ma solo perché le grandi realtà godono di tutte quelle caratteristiche in loro insite che gli permettono di arrivare lì dove magari noi arriviamo con tempi più lunghi. D’altro canto siamo un’impresa sociale la cui finalità non è generare profitto ma aumentare gli strumenti e le risorse che ci permettano di potenziare il nostro progetto e garantire un reddito alle donne detenute. Abbiamo un agire differente e godiamo di tutti quei vantaggi ed effetti positivi della prossimità. Riusciamo a entrare in contatto diretto con i nostri clienti costruendo relazioni virtuose, a volte di vera amicizia, condividiamo il progetto Lazzarelle andando a colmare la distanza che una grande dimensione crea inevitabilmente. Per noi è fondamentale che le persone comprendano anche in modo pratico in cosa consiste il nostro lavoro e riescano a vedere, attraverso di noi, le donne che stando in carcere sono poco visibili. Ci piace costruire ponti.
Quale progetto e/o attività può essere definito il vostro “fiore all’occhiello” e quale sperate di tirar fuori un giorno dal cassetto? Sicuramente oggi è il Lazzarelle Bistrot, che rappresenta la naturale conseguenza del lavoro che svolgiamo all’interno del carcere. Il Bistrot è uno spazio dove, attraverso cibo sano e sostenibile e il piacere di bere un ottimo caffè, le persone possono partecipare attivamente all’empowerment di donne detenute ed ex detenute. Le Lazzarelle escono dal carcere per andare finalmente a portare il progetto e il loro percorso di riscatto all’esterno. Siamo molto fiere di esserci riuscite, nonostante le tante difficoltà che abbiamo incontrato. Per quanto riguarda il futuro siamo sempre in movimento alla ricerca di nuove idee.
In base alla vostra esperienza, la vita delle associazioni nel nostro paese è sostenuta oppure ci sono delle difficoltà che ne impediscono la crescita e in alcuni casi la sopravvivenza? Ci sono sempre delle difficoltà in quest’ambito, sia di carattere generale sia di carattere locale, posso dire che cambiano spesso in base al contesto. Lavoriamo in una regione in cui le condizioni sociali ed economiche sono difficili e non siamo immuni da esse. Allo stesso tempo però esistono molti strumenti a sostegno delle imprese sociali come la nostra, lavoriamo molto nel campo della progettazione sociale. Inoltre sempre più persone si avvicinano e sostengono il nostro progetto mostrando sempre maggiore sensibilità verso il lavoro che si fa in carcere e a delle attività, come le nostre, a forte contenuto sociale.
Bradipodiario è un progetto che fa della lentezza, della sobrietà, della solidarietà, dell’ironia i suoi punti di riferimento, quali sono i vostri? La nostra realtà s’ispira a tutti quegli ambiti e quei movimenti in cui le donne sono state protagoniste e che hanno consentito ad altre donne di emanciparsi e di far valere i propri diritti. I nostri punti di riferimento sono quindi l’autodeterminazione, l’empowerment così come l’idea di sostenibilità, di fiducia, ma posso affermare che anche l’ironia ci caratterizza molto. E’ importante mantenere il sorriso in situazioni difficili e intense come quelle che attraversiamo. Siamo Lazzarelle non a caso.
Come sono cambiate le vostre attività in questo periodo di isolamento e di restrizioni? Dopo un breve periodo di assestamento, in cui ci siamo riorganizzate, abbiamo avuto la fortuna di continuare con la nostra di attività di produzione del caffè. Era importante, soprattutto per le donne che lavorano con noi, che la Cooperativa rimanesse attiva. Le restrizioni hanno avuto effetti molto duri sulla vita detentiva, soprattutto a causa della sospensione dei colloqui con i familiari e dei permessi premio, e poter mantenere almeno il lavoro e con esso lo stipendio è stato fondamentale. Siamo state pazze abbastanza da aprire il Bistrot nel corso del 2020, ma questa scelta, per quanto l’attività abbia vissuto tutte le difficoltà del comparto della ristorazione, ci ha pagato. Possiamo dire di aver resistito e di esserne uscite comunque rafforzate.
Per terminare l’intervista… poneteci una domanda – vi risponderemo sul sito – e lasciamo uno “spazio bianco” per raccontarci quello che preferite… Quando venite a Napoli a prendere un caffè con noi? Vi aspettiamo.
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⇒ Foto: cooperativa lazzarelle Prossimo Appuntamento: settembre 2021
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