Lentezza, memoria, il tutto raccolto in un museo non museo, perchè tutto non può essere racchiuso nell’idea usa e getta.
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⇒ di Giuseppe Rissone ≈ Tempo Lento
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Alcuni oggetti possono essere sinonimo di lentezza? Con le dovute cautele direi di sì. Pensate ai mattoncini Lego, ad un puzzle, ad un libro, ad un gioco di carte, ad un album di fotografie… Queste – e altre – attività dilatano e rallentano il ritmo delle nostre attività quotidiane, attività dove la fretta mal si adatta, dove serve un giusto tempo, un giusto ritmo, per poterle assaporare sino in fondo.
Per la sesta storia mi sono recato virtualmente a Roma, grazie alle pagine del libro HappyNext di Simone Cristicchi, e dall’ultimo articolo di Umberto Scopa, per conoscere il Museo Agostinelli. Un museo non museo che raccoglie le cose del mondo, dalla preistoria in poi, che custodisce oltre un milione di oggetti. Per arrivarci è necessario percorrere la via del Mare verso Ostia, nella zona di Dragona. Il tutto nasce dalla passione di Domenico Agostinelli, nato a Campli nel 1940 e trasferitosi a Roma dal 1959, una passione che lo ha portato in più di sessanta nazioni, passando da Capo Nord ai deserti africani per arrivare fino in Australia, a raccogliere ogni genere di testimonianze del passato. Il tutto è raccolto in quattromila metri quadrati, e il signor Agostinelli ama definirsi “custode del tempo” e la sua è una vera e propria missione: salvare più oggetti possibili.
Il museo non museo è un catalogo che cammina, inaugurato negli anni Sessanta è stato riconosciuto dalla Soprintendenza delle Belle Arti nel 1992, uno spazio da vedere ma soprattutto da toccare, e come sostiene lo stesso Agostinelli: quando vengono le scolaresche i maestri si raccomandano di non toccare niente e io devo correggerli. Agli alunni dico che devono toccare tutto, è quasi un obbligo qui. Se non tocchi, non impari e non cresci.
Il biglietto al Museo Agostinelli non si paga, ma Domenico sa bene che le persone, se non sborsano, non apprezzano. Allora si è inventato questa scritta geniale: Ingresso cinque euro, oggi ingresso gratuito. Domenico non vende nulla di ciò che ha accumulato, noleggia oggetti per produzioni cinematografiche e televisive.
Oggetti passati da chissà quante mani, finiti in polverose cantine, rigenerati più volte, forse con il passare del tempo se qualcun altro vorrà seguire le orme di Domenico, troverà cantine e soffitte vuote, oggi si tende a non riparare, a non conservare, a gettare via tutto. L’emozione di riprendere in mano un oggetto che ci ha accompagnato per una parte della nostra vita non ha nessun prezzo, e sapere che questa emozione può essere custodita e rivissuta trasmette l’idea positiva che tutto non può essere usa e getta.
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⇒ Foto: artribune.com ≈ Prossimo Appuntamento: lunedì 5 luglio
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