di Laura Martini salvodellaira.com
Lasciati guidare dal bambino che sei stato(Josè Saramago)
Il Natale è quel periodo dell’anno in cui quasi nessuno può sottrarsi a quel viaggio interiore che, come le caselle del calendario dell’Avvento, ci conduce, giorno per giorno, a riprendere per mano quella parte infantile che vive dentro di noi.
Un percorso a ritroso che serve a riaccendere quella particolare magia che, come Insegnante, ho il privilegio di vivere quotidianamente con i miei alunni, ma che viene maggiormente esaltata dall’attesa unica e speciale del Natale.
Se per un’Insegnante è basilare, saper compenetrare il mondo adulto con quello infantile, per poter interagire nel migliore dei modi con i suoi alunni, non da meno lo è per chiunque altro, riuscire a dare voce e mantenere vivo nella memoria, il ricordo di ciò che siamo stati.
Il periodo del lockdown è stato personalmente fondamentale in questo senso, i miei alunni mi hanno accompagnato con i loro pensieri, i loro movimenti ginnici ridotti in un piccolo spazio casalingo, ad allargare i miei orizzonti creativi: inventarmi video a tema sempre diversi, lasciando vagare la forza dell’immaginazione rispetto al contesto reale, è stata una psicoterapia illuminante e gioiosa, che mi ha aiutato a superare le fatiche, le debolezze e le difficoltà di quella assurda e surreale situazione.
Sono riemersi nella mia mente frammenti di lettura del Il Piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, soprattutto per una delle frasi-simbolo del libro: Tutti i grandi sono stati piccoli una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano, e Il fanciullino di Giovanni Pascoli, che già in tempi passati mi aveva colpito per la profondità del ragionamento sotteso: cercare di vedere le cose che ci accadono con lo stupore della prima volta… rendere significative le piccole cose, grazie alle quali si superano tutte le differenze che invece da adulti tendiamo a sottolineare in modo negativo.
Questo accade principalmente perché smettiamo di ascoltare, cerchiamo di tacitare per paura e/o frenesia, quella flebile voce che ci incoraggia a guardare la realtà attraverso i sogni e la fantasia dei bambini, anzi spesso accade che trasferiamo a loro questa incapacità… per noi adulti sono loro che non ci ascoltano…. sono loro che non sanno ascoltare (quante volte ve lo siete sentiti ripetere da qualche Insegnante in un colloquio).
Oggi più che mai è indispensabile che ognuno provi a cambiare prospettiva e sia pronto a riconoscere le proprie imperfezioni e rendersi disponibile a creare un nuovo stupore, che parta dalla lettura del presente per trasformarsi in un forte segnale di ottimismo verso il futuro.
Se siete abituati a stilare un elenco di buoni propositi per il nuovo anno, mi permetto quindi di consigliarvi questo: risvegliare quella piccola donna, quel piccolo uomo che dimora dentro di voi e non vede l’ora di uscire allo scoperto attraverso un gioco, una capriola, un gesto romantico, qualsiasi cosa vi renda liberi di provare quella gioia primordiale, che riscalda il cuore attraverso una luce di amore e di speranza.
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