di Angela Melis
L’articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2024
Le cose belle sono lente (dal film “Pane e Tulipani”)
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Nel precedente articolo, dedicato al film Il buco di Michelangelo Frammartino, ho accennato qualcosa sul genere cinematografico slow cinema, tradotto “cinema lento”. Si tratta di un genere caratterizzato da uno stile minimalista, con poca narrazione, che predilige le inquadrature lunghe. Gli slow film hanno un ritmo narrativo basso, che impiega molto tempo a sviluppare la trama; si privilegiano atmosfere e suggestioni visive rispetto all’azione e al dialogo.
La trama non si sviluppa in modo lineare e non segue la classica struttura con inizio, svolgimento e fine; spesso è secondaria rispetto alla rappresentazione del tempo, dello spazio, delle emozioni e dei pensieri dei personaggi poichè non ha lo scopo di raccontare una storia, ma di creare sensazioni, riflessioni e esperienze estetiche.
Lo slow cinema nasce e si sviluppa in contrapposizione al cinema commerciale o d’intrattenimento, in cui invece si privilegia l’azione la velocità e lo spettacolo. Le sue origini risiedono nei film di registi del calibro di Andreij Tarkovski, Michelangelo Antonioni, Robert Bresson che hanno fatto della lentezza lo strumento attraverso cui guardare il mondo. Si propone come una forma di riflessione, che invita lo spettatore a rallentare e focalizzarsi sulle immagini e sui suoni, a entrare in contatto con le proprie emozioni e con il senso dell’esistenza, ponendoci dinanzi alla complessità e alla bellezza del mondo, al di là delle apparenze e delle convenzioni.
Nel panorama dello slow cinema, oltre il già citato “Il buco” di Michelangelo Frammartino, ci sono altri film che meritano di essere annoverati, di seguito riporto alcuni titoli.
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Una storia vera, di David Lynch: uscito nel 1999, è ispirato a una storia realmente accaduta, quella di Alvin Straight, un contadino che risiede nell’Iowa che nel 1994, a 73 anni, intraprese un viaggio col suo trattorino per riappacificarsi col fratello, reduce da un infarto. Il film ripercorre le tappe del suo itinerario e i personaggi che incontra lungo strada, mostrando il suo legame con il fratello e il suo spirito di avventura. L’aspetto più rilevante del film è sicuramente l’umanità del protagonista, un uomo semplice, ma determinato, che non si lascia scoraggiare dalle difficoltà e che cerca di recuperare il tempo perduto con il fratello.
Il film è anche una celebrazione della natura e della vita rurale, che offre a Straight la possibilità di riflettere sul suo passato e sul suo futuro.
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Il sapore della ciliegia, di Abbas Kiarostami: film del 1997 scritto, diretto, prodotto e montato da Abbas Kiarostami, vincitore della Palma d’oro al 50º Festival di Cannes.
Il signor Badii, vuol suicidarsi e cerca qualcuno che lo seppellisca dopo la sua morte. Incontra tre persone: un soldato, un seminarista e un tassidermista. Il primo scappa, il secondo lo dissuade, il terzo accetta ma gli racconta come ha cambiato idea sul suicidio grazie al sapore di una ciliegia. Il film è disponibile sulla piattaforma prime video.
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Paterson, è un film del 2016 scritto e diretto da Jim Jarmusch, con protagonista Adam Driver. Il film racconta la vita di un autista di autobus e poeta che vive nella città di Paterson, New Jersey. Paterson è un autista di autobus e poeta nella città di Paterson, nel New Jersey. Ogni giorno segue la stessa routine e scrive poesie in un quaderno. Sua moglie Laura lo incoraggia a pubblicare le sue opere e adorna la casa con motivi in bianco e nero. Un giorno il loro cane Marvin distrugge il quaderno di Paterson, cancellando le sue poesie. Paterson, sconsolato, va a passeggiare e incontra un poeta giapponese che gli regala un nuovo quaderno. Di questo film ne ho parlato in questo articolo dal titolo Paterson: abbandonarsi alla poetica del quotidiano
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Lo slow cinema è un genere cinematografico che non si limita a raccontare una storia, ma a mostrare il mondo in tutta la sua complessità e bellezza; è una forma d’arte, che richiede una partecipazione attiva e una sensibilità particolare da parte dello spettatore, che deve saper rallentare e guardare le immagini e i suoni con occhi diversi.
Lo slow cinema è un invito a entrare in contatto con le nostre emozioni e con il senso dell’esistenza.
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Foto di copertina: pexels.com
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Che gioia scoprire che esistano ancora persone che amino l’arte della riflessione. Grazie davvero!