Si fa presto a dire senso civico… stressato da mesi di pandemia… da mascherine, guanti e detergenti… dal caldo umido dell’estate, l’uomo medio si ribella… mostrando spavaldamente naso, bocca e mento, da tempo tenuti al riparo neanche fossero la Sacra Sindone.
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Si fa presto a dire senso civico. Stressato da mesi di pandemia, con tutto il corollario di mascherine, guanti e detergenti, nonché sopraffatto dal caldo umido dell’estate, l’uomo medio si ribella e sfida la sorte e le leggi mostrando spavaldamente naso, bocca e mento, da tempo tenuti al riparo neanche fossero la Sacra Sindone.
E così, in un torrido venerdì ventimigliese, in giorno di mercato, luogo che già comporta una netta contraddizione con il termine “distanziamento sociale”, dalla stazione ferroviaria, appena rigurgitati da un treno che, vista la quantità, doveva essere composto da almeno dieci vagoni oppure, in più probabile alternativa, stipato come una scatola di sardine, sfociano per il viale fin giù alle piazze diverse centinaia di turisti, provenienti dalla Francia, in cerca di affari e di occasioni, vista la stagione dei saldi.
Un’invasione, questa sì, non quella dei migranti, che Ventimiglia accetta con la speranza di svuotare gli appendiabiti e gli scatoloni e di riempirsi il portafoglio. Un’invasione ma… a che costo?
È di qualche giorno fa l’ordinanza che obbliga (obbliga, sottolineo) i francesi ad indossare la mascherina in tutta la Costa Azzurra. A Ventimiglia vige la stessa prescrizione, specialmente in caso sia impossibile mantenere le distanze.
Però, evidentemente, il virus francese non valica la frontiera, assieme alle leggi d’Oltralpe, e allora, avanti tutti (o quasi) in folta schiera a viso scoperto, impavidi del contagio e pronti, si direbbe, a una nuova bella chiusura generale in caso di aumento dei pazienti.
Non è intenzione quella di scendere in polemiche, sulla necessità o meno dell’uso di maschere e guanti (di pareri ne abbiamo già sentiti anche troppi), ma solo considerare la latitanza del senso civico, evidentemente andato in vacanza altrove, e l’inosservanza delle leggi.
E, si badi bene, abbiamo preso spunto dai turisti francesi, ma anche i “locali” non mancano certo di brillantezza in materia. Ventimiglia è terra di supermercati. Di tutti i generi e di tutte le dimensioni ma, inverosimilmente, tutti accomunati da una caratteristica peculiare: la distesa di mascherine e guanti che, terminato il loro breve ciclo vitale, vengono abbandonati all’aria aperta, liberi di svolazzare nei parcheggi, cercando poi la libertà assoluta e fuggendo lungo le vie e le piazze. Abbandonare la plastica era già lo sport preferito di molti. Questa recrudescenza post-covid è una nuova disciplina che sta prendendo rapidamente campo… in tutti i sensi, anche quello di coprire il campo coltivato posto vicino a uno dei supermercati in questione.
Due soli esempi, lasciando ad altri il compito di aumentare la letteratura e di compiangere il senso civico, anche quello, forse, morto definitivamente con il covid19.
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Foto: Graziano Consiglieri
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