Caro Amico Monoscopio

Una lettera ad un “amico scomparso” delle nostre giornate televisive… il monoscopio! Ricordando i vari passaggi – dal bianco e nero al colore – e dal primo targato “mamma Rai” a quelli delle tv locali…

Bentornati sulle “Libere Frequenze” in questo agosto caldo e per, quasi tutti, mese dedicato alle ferie. Quando la tv era appena nata, mi riferisco alla Rai, e c’era solo un canale chiamato Nazionale le ore di trasmissione erano pochissime. A chi avesse acceso nel primo pomeriggio il televisore compariva davanti agli occhi una immagine fissa composta da segni, linee e misteriose cifre numeriche. Era accompagnato da un suono acuto da circa 400 hz., 384 per la precisione, fastidioso e insignificante… questo ai profani chiaramente. Per i tecnici codesta immagine era utilissima e preziosa ed era chiamata Monoscopio e serviva per le prove di trasmissione. Io lo considero un amico discreto che ci ha tenuto compagnia per tanto tempo in attesa dell’inizio delle trasmissioni. Quelli della mia generazione ricorderanno che sul primo canale, il Nazionale appunto, le trasmissioni iniziavano quasi sempre, salvo appuntamenti o giorni particolari, alle ore 17 col breve telegiornale spesso condotto da Bianca Maria Picinnino, giornalista esperta di moda. Alle 17,05 ecco la Tv dei Più Piccini seguita poco dopo dalla Tv dei Ragazzi. Noi bambini all’epoca però già poco prima eravamo davanti al televisore, perché una tranquilla musica aveva preso il posto del fastidioso suono, ciò voleva dire che da lì a poco con la famosa sigla delle reti che scendevano dal cielo iniziava veramente la tv! Ecco perché scrivo questa lettera ad un amico scomparso e sostituito dalle trasmissioni h24.

Caro Monoscopio ci hai tenuto compagnia per molti anni fino a quando la Rai ha deciso, visto l’aumento delle ore di trasmissione, di mandarti in pensione. Dapprima quasi sostituito con i video accompagnati da brani di musica classica per introdurci alla tv a colori… chi si ricorda quelle immagini di giovani sorridenti e la musica che si interrompeva quando partiva il messaggio: “Prove tecniche di trasmissione”? Ma questo per te era solo l’inizio della tua nobile caduta. Rimanevi però sulle tv estere come sulla TSI, la mitica tv Svizzera, Capodistria e TeleMontecarlo. Avevi una figura diversa per ognuna di loro poi sei diventato uguale a tanti altri e col tempo anche loro hanno aumentato le ore di trasmissione e sei scomparso anche da quegli schermi. Ti hanno salvato le nascenti tv libere, allora anche locali, quando dovevano fare anche loro le prove per nuovi ripetitori ed arrivare sempre più lontano nell’etere. Eccoti quindi ritornare sul video magari frastornato da queste novità che nascevano come funghi in tutta la penisola italica. Per te era una nuova giovinezza, coccolato da nuovi colori e immagini a volte eri un monoscopio disegnato da un maestro artigiano che dava alla tua immagine un qualcosa di artistico. Ma soprattutto spesso eri “sposato” con la musica di sottofondo che altro non era che le note ritrasmesse dalla tv ma che appartenevano alle radio libere. Sì quelle radio libere sorelle delle tv della metà degli anni settanta ma che esplosero nella loro vitalità negli anni ottanta. Com’era bello vederti caro Monoscopio mentre ci facevi sentire le voci dei novelli dj o delle speakers. Infatti accanto al nome della tv c’era sempre una “Erre” che significava che l’emittente contemplava anche la radio oppure anche una “T” che voleva dire che dall’idea iniziale di “mettere su una radio” si era pensato di fare anche un’emittente tv. Eccoti quindi a tenerci compagnia per ore come “Teleradio..” o “Radiotele…”. Con gli anni sono nati i tuoi figli Monoscopi che erano più colorati ma anche più eletttronici e con un apparecchio, spesso creato dagli stessi costruttori dei grandi marchi di televisori, diventavano universali. Erano più tecnologici di te mentre ora i tuoi “nipoti” Monoscopi parlano tutte le lingue del mondo. Portano su di loro anche foto e ancora segni e cifre ma principalmente sono una nuova generazione che serve per le solite prove tecniche ma che compaiono solo su determinate frequenze e soprattutto vengono visti solo dagli addetti ai lavori. Quanta nostalgia dunque di quando comparivi sui nostri schermi per farci sentire buona musica o ancora prima ci incantavi con quello che sarebbe arrivato dopo sugli schermi spesso allora in bianco e nero. Grazie caro amico Monoscopio, grazie per quei bei tempi meno tecnologici ma anche meno caotici quando insomma bastava vederti per capire che la Tv dei Più Piccini stava per arrivare portandoci Il Paese di Giocagiò o poco dopo I Ragazzi di Padre Tobia. Altri tempi, grazie per la tua compagnia!

Per chi volesse ritornare a quell’epoca alcuni video tratti dalla rete:

ANTONINO DI BELLA

Foto: storiaradiotv.it – collezionehobby.com

Libere Frequenze tornerà nella prossima stagione in una nuova veste, qui tutti gli articoli della rubrica

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