di Umberto Scopa Umberto Scopa
Le origini della radio e degli strumenti radiofonici antichi
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Che strano… mi siedo al tavolo con il microfono vicino alla bocca sorretto da un rudimentale reggi-armonica da collo, perché non ho niente di più adatto. Il microfono è collegato al computer, il programma di registrazione aspetta solo il mio clic per partire, il testo sotto, che mi accingo a leggere, attende la mia voce. Sto iniziando a registrare uno scritto che parla delle origini della radio e degli strumenti radiofonici antichi. Forse proprio per questo mi sento come se fossi nella postazione di una radio d’altri tempi con tutto lo strumentario circostante. Il tempo scorre indietro fino al lontano 1938. Quanto tempo è passato da quella radio che era privilegio per pochi al tempo delle prime trasmissioni. Nel 1938 Guglielmo Marconi era morto solo da un anno. La voce che potete ascoltare è la mia, ma le parole sono di Mario Sandri che le scrive appunto nel 1938. Vi parlano degli albori della radio a Bologna, della sua magia. Rivolgono anche un esplicito, un po’ retorico, omaggio al bolognese Guglielmo Marconi, ma parlano anche delle sensazioni di un comune operatore che irradia magicamente la sua voce fino ad espandersi nelle campagne bolognesi. Di strada ne abbiamo fatta tanta da allora, ma se volete provare la sensazione dei primi pionieri spero che l’ascolto vi possa calare per qualche minuto in quella realtà. (Testo di Mario Sandri tratto dal volume “Colore di Bologna vecchia e nuova” – 1938)
Il Contastorie ritorna giovedì 17 marzo
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Da profondo amante del mezzo radiofonico, al di qua e al di là del microfono, ringrazio per questa coinvolgente lettura.
mi fa veramente piacere. alla prossima…