Ossa E Denti

di Giovanni Bresciani

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La nostra bocca è lo specchio di molte malattie

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Come promesso nell’articolo pubblicato lo scorso 21 settembre, pongo alla vostra attenzione la seconda parte del resoconto redatto da Ernesto Bonini – giornalista, che da oltre sei lustri svolge attività nei settori medico-scientifico, socio-sanitario e socio-assistenziale – sulla prevenzione e il rallentamento della osteoporosi, dalla relazione del dottor Marco Mozzati, odontostomatologo in Torino, resoconti come sempre tratti dai Lunedì pomeriggio della prevenzione e della salute curati dall’associazione Più Vita In Salute. Vi ricordo che sono riprese le conferenze, periodo autunnale 2023, qui trovate il programma completo. Buona salute a tutti.

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Dal punto di vista odontostomatologico il problema dell’osteoporosi è stato trattato dal dott. Marco Mozzati, odontostomatologo in Torino di trentennale esperienza, che ha “banalmente” (ma non inutilmente) ricordato l’importanza di masticare bene per una buona alimentazione, memore del detto latino “prima digestio fit ore”, ossia la prima digestione avviene in bocca. Quindi un primo indizio di salute e benessere è la salute della bocca, una bocca e relativi denti sani che quasi sempre agevolano e migliorano la qualità della vita in generale, anche perchè quasi sempre la bocca è lo specchio di determinate malattie; aspetto questo, che viene talvolta trascurato… per privilegiare il più vanitoso e smagliante sorriso. «L’osteoporosi – ha spiegato il relatore – colpisce più distretti ossei ma più raramente la bocca e il mascellare, in quanto la stessa è più soggetta a molte sollecitazioni: masticazione, respiro, sbadiglio, deglutizione, etc. Quando un paziente è edentulo (senza denti parzialmente o totalmente) diviene privo di tutte quelle sollecitazioni che mantengono il riciclo dell’osso sano e ben mineralizzato”.

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Oggi l’Odontoiatria ha assunto una professionalizzazione più olistica (un tempo il dentista era preposto solo all’estrazione dei denti), intervenendo sull’intero cavo orale: le varie infezioni che si possono manifestare al suo interno sono a volte causa di altre malattie, anche autoimmuni. «Il paziente – ha sottolineato il clinico – va quindi valutato con un inquadramento più completo, anche con esami diversi, ancorché se lo stesso è affetto da osteoporosi. Le terapie devono essere più mirate e personalizzate, anche perché le condizioni legate all’età media possono comportare l’aumento di patologie sia in genere che del cavo orale». Per quanto riguarda la prevenzione delle malattie della bocca è forse ancora un po’ disattesa, ma se ben attuata risolverebbe molte complicazioni anche per il fatto che la semplice estrazione di un dente, ad esempio, può determinare una infezione od una emorragia. «Tuttavia – ha precisato – diversi sono gli accorgimenti come la corretta igiene quotidiana, i controlli periodici e magari anche la detartrasi (rimozione meccanica dei depositi di tartaro sui denti); ma purtroppo nel nostro Paese la cultura della prevenzione del cavo orale e della dentizione è assai scarsa rispetto ad altri Paesi».

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Lo specialista ha ricordato che in odontoiatria l’osso sostiene i denti mantenendo loro rigidità e stabilità, permettendo così una buona masticazione, e quando si manifesta l’osteoporosi nel distretto del cavo orale può essere causa di parodontopatia, una patologia cronica solitamente non dolorosa cui segue la retrazione dell’osso, quindi l’instabilità dei denti ed in seguito l’inevitabile rimozione degli stessi. È una malattia costituzionale, facilmente individuabile in adolescenza, ed è ereditaria, ma non si riesce a debellarla mentre è possibile poterne rallentare il decorso. Questa condizione è la prima causa della perdita dei denti (edentulia parziale o totale), mentre la carie può essere curata. I fattori di rischio sono sicuramente la placca batterica per accumulo di cibo (in particolare zuccheri) non rimosso, o rimosso tardivamente, tanto che a lungo andare è inevitabile la distruzione dell’osso. «Ma vi sono anche farmaci – ha precisato lo specialista – che predispongono alla malattia parodontale come gli anticoagulanti e i calcioantagonisti, complicanza talvolta disattesa in quanto non immediata. Ma anche lo stile di vita ha la sua importanza: assunzione eccessiva di alcolici, fumo, carenza di igiene, etc. Per queste ragioni la prevenzione è molto utile con la visita periodica (compresa la storia familiare), al fine di poter stabilire una diagnosi anche attraverso l’individuazione di co-fattori (vizi e cattive abitudini, appunto), valutando nel contempo l’eventuale bassa soglia del dolore, purtroppo a volte sottovalutata dal paziente ma che in realtà nasconde l’insorgere di una patologia del cavo orale o della dentizione. Inoltre non è da sottovalutare l’importanza di una alimentazione più “appropriata” perché la frutta, ad esempio, contribuisce a detergere i denti».

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Ma perché l’osteoporosi può causare problemi nelle cure dentarie? Secondo il relatore a causa di più fattori che condizionano la qualità dell’osso, non legati all’aspetto fisiologico (scarso movimento, menopausa, etc,) ma all’aspetto meramente terapeutico come l’assunzione del cortisone (methotrexate), solitamente indicato per le patologie oncologiche ed autoimmuni, etc. che, di fatto, riducono le difese immunitarie dell’organismo e quindi anche quelle afferenti alla bocca. E quale il ruolo dei bifosfonati? «Sono dei farmaci in uso da oltre un ventennio – ha spiegato il dott. Mozzati – inizialmente per combattere le metastasi ossee correlate a tumori riducendo il dolore e la rivascolarizzazione dell’osso. Ma sono da considerare i rischi indiretti quale l’osteonecrosi ossia la distruzione dell’osso i quali, però, devono essere ben gestiti e utilizzati anche per il trattamento dell’osteoporosi per via orale, endovenosa o intramuscolare. L’efficacia di questa terapia ne riduce eventuali complicanze, che sono da prevedere e conoscere: il rischio dell’osteonecrosi esiste ma non è generalizzato, mentre è più elevato nei pazienti oncologici. Avendo solo l’osteoporosi, in caso di menopausa e somministrare bifosfonato orale, il rischio è irrilevante, ma è utile l’inquadramento multidisciplinare». Insomma, anche in questa disciplina più dialogo e collaborazione tra specialisti, e maggior coinvolgimento del paziente per una mirata prevenzione e una razionale e tempestiva terapia.

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Foto: pixabay.com

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