di Redazione
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Una guerra non può mai essere ricordata con una “festa”
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La festa delle forze armate si avvicina, le spese militari aumentano, le guerre – e non solo quella in Ucraina – non si fermano. Su questo argomento pubblichiamo un breve articolo del Movimento Nonviolento, che ci aiuta a riflettere.
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4 novembre, non festa ma lutto. E’ uno slogan, ormai antico, del Movimento Nonviolento. Mai una guerra può essere ricordata con una “festa”, perchè ogni guerra è un “lutto” per l’intera umanità. La data del 4 novembre viene esaltata con continuità dal fascismo fino ad oggi, per richiamare l’unità dell’Italia sotto il segno della guerra e dell’esercito: “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” nell’anniversario della fine di un tragico conflitto che costò al nostro paese un milione e duecentomila morti (600.000 civili e 600.000 militari); per la prima volta nella storia a morire a causa della guerra non erano solo i militari al fronte, ma in pari numero i civili vittime di bombardamenti o di stenti, malattie, epidemie causate dalla guerra stessa. Nella prima guerra mondiale si usarono per la prima volta armi di sterminio di massa. Per la prima volta si bombardarono le città. Nelle guerre di oggi sono principalmente i civili a morire; le nuove armi sono sempre più micidiali. Quanto ci costano oggi le spese militari italiane? Quali armi costruiamo ed esportiamo? Quale il ruolo dell’Italia nelle guerre che incendiano il mondo? Se davvero vogliamo onorare i morti di ieri dobbiamo impegnarci oggi contro le guerre e la loro preparazione. Solo la nonviolenza salverà l’umanità.
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Foto di Jacqueline Macou da Pixabay
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Bradipo Reporter ritorna giovedì 3 novembre
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