Prendetevi un caffè, leggete un libro, andate a correre, staccate da tutto: Non vi renderà migliori ma vi renderà voi stesse.
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⇒ di Ilaria Bortot ≈ A-Tipicamente Mamma
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Ho imparato l’importanza di prendermi del tempo per me stessa quando ho toccato il fondo. Guardavo mia figlia e vedevo solo un problema, guardavo me e vedevo solo un problema. Mio marito era lontano per lavoro – i miei genitori geograficamente. Insomma – ero da sola. Si pensa che il periodo più fragile di una neo-mamma finisca con quello che in termine tecnico viene chiamato puerperio.
Io credo che, in generale, il periodo più critico inizi quando tutti pensano che ormai tu ti sia adattata, hai accettato il cambiamento, hai capito come funziona e quindi sai gestire il tuo bambino.
Non è proprio così. Non nel mio caso almeno. Io penso di aver percepito la mia fragilità nell’attimo in cui per tutti ero “rodata” mentre io mi sentivo totalmente inadeguata.
Ho toccato il fondo, dicevo. Ed è stato doloroso. Pesante. Mi sono sentita impotente e fragile: tutto quello che non volevo essere agli occhi di mia figlia. “Chi la vuole una mamma così?”, continuavo a ripetermi.
Sono andata da una psicologa, ho tirato fuori tutto e ho iniziato a prendermi cura di me.
E mentre sistemavo quel qualcosa dentro, il mio piccolo mondo fuori non mi sembrava più così male. Le risate di mia figlia mi facevano di nuovo bene al cuore e un caffè con un’amica, da sola, aveva un sapore di consapevolezza ritrovata. A volte basta poco per non perdere la giusta via: ricordarsi che abbiamo un passato, un presente e un futuro che è solo nostro. Il fatto di essere diventate madri ci ha sicuramente arricchito ma noi siamo anche tutto il resto. E tutto il resto ha bisogno di tempo.
Prendetevi un caffè, leggete un libro, andate a correre, staccate da tutto. Che sia un’ora, un giorno, un weekend. Non vi renderà migliori, vi renderà voi stesse. Che è decisamente il massimo che possiamo augurare.
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⇒ Foto: Ilaria Bortot ≈ Prossimo Appuntamento: venerdì 21 maggio
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