Rovistare tra i cassetti, trovare una vecchia fotografia di un monopattino – che svela un ricordo – e sognare di ricostruirlo.
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Alcuni giorni fa, durante questi ancora caldi week-end settembrini, mi sono dedicato alle “prevedibili” pulizie di fine stagione. Sistemando e rovistando tra cassetti pieni d’ogni sorta di oggetti, mi e’ capitata tra le mani una fotografia curiosa, l’immagine era molto semplice “un monopattino”, si trattava pero’ di un monopattino particolare, infatti, ho subito ricordato il racconto del mio papa’ Aldo, di qualche anno fa, una bella storia; che con un po’ di lacrime agli occhi, vi vado a raccontare.
Era l’epoca del dopoguerra, l’Italia era uscita malconcia dal conflitto e per i ragazzi di quel periodo i divertimenti erano semplici ed economici; mio nonno Giuseppe, che ho sempre considerato una persona ingegnosa; animato di buona volontà prese legno di scarto e ruote a sfera usate in officina; riunì questi semplici pezzi costruendo un monopattino per i miei zii Enrico e Guido e per il mio papa’ Aldo; la cosa piacque anche agli altri ragazzi di via Bruzzesi, (quartiere popolare dell’epoca e ancora oggi, visto che le case sono ancora le stesse identiche degli inizi del ‘900) e la produzione ebbe inizio. Fu costituita anche una squadra denominata “Otto Mono Club Milano”, omonima del più famoso “Otto Moto Club Milano”. Iniziarono così le gare tra i vari ragazzi dei quartieri vicini. Era nato un vero e proprio business.
Negli ultimi tempi a Milano e non solo sono “apparsi” tra le nostre strade monopattini super tecnologici, ma mi piace pensare a mio nonno e alla semplicità delle cose fatte a mano con materiali di scarto per far divertire con poco i bambini dell’epoca. Il mio sogno? Beh, ricostruire il mitico monopattino, magari con l’aiuto di qualche nostro lettore appassionato di legno e bulloni. Sarebbe davvero fantastico! Io so qui… Vi aspetto.
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Foto: Guido Bigotti – corriere della sera
Diario Della Bicicletta ritorna venerdì 25 ottobre
Interessante questa testimonianza… le generazioni che ci hanno preceduto, zii, nonni, facevano monopattini e skateboard (ma questo non lo chiamavano così) con materiali di risulta, con le loro mani, perchè con abilità e ingegno usavano risolvere le necessità quotidiane della vita e magari divertirsi. Oggi invece sono prodotti industriali tecnologici. Ne ho visti anche di elettrici. Non dico che non possano essere in una certa misura un trasporto ecologico alternativo, però non sono utili per anziani, in caso di maltempo, e a Ferrara – non so altrove – se circolano sulla sede stradale vengono anche multati .. i vigili ferraresi non perdonano… saluti
p.s. qualcuno ricorda la scena epica di “ritorno al futuro” con michael J fox sullo skate improvvisato?
Bella storia di una Milano che fu…. mi ha ricordato i racconti di mio padre e mio nonno.
Grazie Guido per questa emozionante storia di famiglia