L’Ultimo Traguardo Di Davide

di Guido Bigotti

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29 novembre 2022, prima la notizia di un ciclista investito e ucciso da un camion e poi la conferma che quel ciclista era Davide Rebellin.

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Martedì 29 novembre 2022, arriva la notizia di un ciclista investito e ucciso da un camion – l’autista non ha prestato soccorso – lungo la Regionale 11 a Montebello Vicentino, in provincia di Vicenza e poi la conferma che quel ciclista era Davide Rebellin.

Sopravvissuto a un milione di chilometri pedalati sulle strade di tutto il mondo, in gara e in allenamento, Davide Rebellin se n’è andato travolto da un camion mentre pedalava in mountain bike. Il 16 ottobre scorso, a 51 anni, superato il traguardo della Veneto Classic, si era ritirato dall’attività agonistica dopo 31 stagioni.

E’ stato il più longevo ciclista professionista al mondo e uno dei più vincenti della storia ciclistica italiana. 61 successi, anche tre Frecce Vallone, una Liegi-Bastogne-Liegi, una Amstel Gold Race e decine di altre corse tra cui la Classica San Sebastian, la Tirreno-Adriatico, il Gran Premio di Francoforte. Nel 1996 al Giro d’Italia, trionfa nella tappa con arrivo a Monte Sirino e veste la maglia rosa per sei giorni consecutivi.

Davide Rebellin aveva esordito tra i professionisti nel 1992 subito dopo le Olimpiadi di Barcellona approdando al professionismo con ciclisti del calibro di Franco Chioccioli, Franco Ballerini e Marco Cipollini. L’anno successivo, ottenne il suo primo successo con la conquista della classifica finale della Hofbrau Cup in Germania.

Nel 2008 conquista la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici di Pechino, medaglia che gli venne tolta l’anno successivo per l’accusa di positività al Cera – attivatore continuo del recettore dell’eritropoietina – dopo sette anni verrà assolto da ogni accusa dal Tribunale di Padova.

Negli ultimi anni era tornato nel suo Veneto, raccogliendo inviti a gare “minori”: Slovenia, Romania, Algeria, Tunisia, Iran, Emirati Arabi e Malesia.

Secco come un chiodo, dove lo invitavano a correre lui andava, con l’ammiraglia o anche solo, sempre a fare il suo dovere di ciclista! L’ultima delle sue vittorie risale all’11 ottobre 2017, nella quinta tappa del Tour for Iran, piazzandosi al settimo posto nella classifica generale, alla bellezza di 46 anni!

Rebellin era vegano, si preparava bevande e barrette energetiche da solo, con materie prime biologiche e poi le commercializzava tra gli amatori con l’aiuto della seconda moglie, Fanfan Antonini. A chi gli chiedesse perché non smettesse a 50 anni suonati lui rispondeva angelicamente “perché mi piace correre”. Nella sua carriera mai un ritiro, non arrivava mai oltre metà classifica, sempre corretto e leale con tutti i suoi “avversari”.

Un simbolo del ciclismo, un amante vero della bicicletta, che rimarrà sempre nei cuori degli appassionati della due ruote. Un ultimo tragico traguardo, quello di un uomo nato e purtroppo morto in bicicletta.

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Foto: flashcore.com

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Diario Della Bicicletta ritorna martedì 24 gennaio

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21 Comments

  1. Paolo Santangelo Reply

    Bravissimo Guido a ricordare un campione ma anche un uomo come Rebellin, un esempio di tenacia, resistenza e anche passione infinita per il suo grande amore: la bicicletta.

  2. ALBERTO DAL MOLIN Reply

    Grazie Guido per il bel ricordo di un uomo che è stato esempio di come deve essere vissuto lo sport,con passione e amore incondizionato.

    1. Stefano Reply

      Guido sei sempre preciso nei dettagli a raccontare avvenimenti belli e purtroppo meno belli come questo . Sei sempre sul pezzo , esponi con chiarezza e professionalità tutto quello che vuoi trasmettere , i tuoi messaggi sono chiari e trasparenti.

  3. Riccardo Reply

    Bellissimo articolo, anche se non sono un appassionato di ciclismo posso dirti che è molto commovente la storia, piena di emozioni passione e lotta. Mi lascia un po’ di tristezza e rabbia per l’incidente. Complimenti.

  4. Dario Borghi Reply

    Bell’articolo ed altresì interessante nel ricordare un Campione in questo caso Davide, ma serebbe lo stesso nel ricordare chiunque vittima di questi tragici incidenti su due ruote a pedali, Milano ad esempio ha un tragico elenco di vittime tra questi molti minorenni investiti in circolastanze diverse…Non sono un appassionato di ciclismo, solo a volte guardo in TV qua e la qualche spezzone di gara.
    Spesso in questi casi sono gli altri chi è alla guida a non dare alcuno scampo agli investimenti.
    R.i.p. Davide

  5. Alessandro Reply

    Campione silenzioso e gentile, spesse volte accantonato nei pensieri della gente, adombrato da nomi più altisonanti.
    Quanto mai calzante nei suoi confronti l’adagio che recita: ti accorgi quanto tieni a qualcuno nel momento in cui lo hai perso.
    Ciao Davide.

  6. Alessandro Bonet Reply

    Dimenticavo. Ottimo articolo. Una bella narrazione giornalistica “vecchio stile” come piace a me.
    Si consiglia di ripetere 😏

  7. Andrea Bertini Reply

    Grande Guido bellissimo articolo,mi dispiace tanto per Davide,me lo ricordo al giro d’Italia,che combattente che era.R.I.P.

  8. Luigi Reply

    Mi permetto di commentare con una poesia, grande Guido, bel ricordo.

    “Il giorno che hai vinto la gara per la tua città
    ti abbiamo applaudito sulla piazza del mercato.
    Uomini e ragazzi si fermavano ad acclamarti
    quando ti abbiamo portato a casa sulle nostre spalle.

    Ragazzo scaltro, sei fuggito per tempo dai campi
    dove la gloria non si ferma,
    Presto tuttavia nasce l’alloro
    e avvizzisce più in fretta della rosa

    Ora tu non andrai a raggiungere la schiera di ragazzi
    il cui tempo degli onori è svanito,
    corridori che la loro fama ha superato
    e il nome muore prima dell’uomo.

    Intorno al capo subito cinto dall’alloro
    si raccoglieranno a guardare i morti senza vigore
    e fra le tue ciocche di capelli troveranno intatta
    una ghirlanda, piccola come di fanciulla.
    (A. E. Housman) da La mia Africa.

  9. Teresa Reply

    Grazie Guido per il bell’articolo che hai scritto. Speriamo che prima o poi qualcuno ci arrivi a sottrarre sulle strade meno di 1 mt alle auto a vantaggio dei ciclisti, professionisti e non. Sono tanti anche i ragazzi sconosciuti che muoiono investiti mentre pedalano a bordo strada. Grazie ancora Guido per il tuo bello spunto.

  10. Monica Bigotti Reply

    Grazie Guido, bellissimo articolo. Ci vorrebbe però più attenzione da parte di tutti, e inasprimento delle pene per chi compie atti del genere.

  11. Monica Reply

    Grazie Guido, bellissimo articolo. Ci vorrebbe però più attenzione da parte di tutti sulla strada, e inasprimento delle pene per chi compie atti del genere.

  12. Guido Reply

    Grazie a Tutti per i vostri bei commenti. Appena saputa la notizia della morte di Davide sono stato preso da tanta tristezza e tanta rabbia. E’ possibile che ancora oggi si debba morire in modo cosi’ assurdo? Non mi capacito della fuga dell’investitore, il camionista poi rintracciato rimarra’ impunito perche’ in Germania dove risiede e vive non ha commesso reato… Ma puo’ poi una persona continuare a vivere come se niente fosse successo a posto con la propria coscienza dopo aver ucciso una persona e soprattutto dileguarsi senza prestare soccorso? E’ capitato a Davide personaggio conosciuto ma quanti “sconosciuti” hanno subito lo stesso dramma e sono passati innosservati? Per quanto tempo dovremo ancora andare avanti cosi’?

  13. Susanna Tamplenizza Reply

    Grazie Guido, non sapevo nulla di Rebellin fino alla sua morte ingiusta.
    Leggendo il tuo bellissimo pezzo, ho pensato a quanti eroi normali ci hai raccontato in questi anni, che danno la speranza in uno sport pulito in un paese pulito.

  14. Rino Reply

    Grazie Guido. La memoria di uno sportivo e di uno sport cosiddetto “povero” ma molto nobile.
    Ottime riflessioni fra sport e memoria

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