di Sara Migliorini Sara Migliorini
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Il potere curativo della poesia
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…e se questa volta, invece che un suggerimento di lettura, vi regalassi una poesia? Si intitola “Salmo” ed è stata scritta da Wislawa Szymborska, poetessa polacca insignita del premio Nobel per la letteratura nel 1996.
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Oh, come sono permeabili le frontiere umane!
Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente,
quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro,
quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui
con provocanti saltelli!
Devo menzionare qui uno a uno gli uccelli che trasvolano
o che si posano sulla sbarra abbassata?
Foss’anche un passero-la sua coda è già all’estero,
benché il becco sia ancora in patria. E per giunta, quanto si agita!
Tra gli innumerevoli insetti mi limiterò alla formica,
che tra la scarpa sinistra e la destra del doganiere
non si sente tenuta a rispondere alle domande “Da dove?” e “Dove?”
Oh, afferrare con un solo sguardo tutta questa confusione,
su tutti i continenti!
Non è forse il ligustro che dalla sponda opposta
contrabbanda attraverso il fiume la sua centomillesima foglia?
E chi se non la piovra, con le lunghe braccia sfrontate,
viola i sacri limiti delle acque territoriali?
Come si può parlare di un qualche ordine,
se non è nemmeno possibile scostare le stelle
e sapere per chi brilla ciascuna?
E poi questo riprovevole diffondersi della nebbia!
E la polvere che si posa su tutta la steppa,
come se non fosse affatto divisa a metà!
E il risuonare delle voci sulle servizievoli onde dell’aria:
quei pigolii seducenti e gorgoglii allusivi!
Solo ciò che è umano può essere davvero straniero.
Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento.
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Questa poesia mi è venuta in soccorso un paio di settimane fa. Non sono così ingenua da credere che quella tra Russia e Ucraina sia l’unica guerra in corso sul pianeta. Ci sono decine di conflitti in corso, altrettanto sanguinari, che passano sotto silenzio per il solo fatto di non esser scoppiati sul suolo europeo. Eppure, lo scoppio della guerra mi ha gettata in un vortice di muto sgomento. I dati in miglioramento sull’andamento della pandemia mi avevano fatto sperare di poter riprendere, poco per volta, ad avere un orizzonte più ampio, ad immaginare progetti a medio/lungo termine. E’ stato come se cadesse a terra un enorme castello di carte costruito sulle nuvole.
Mentre, al Forte di Bard, percorrevo il museo delle fortificazioni e delle frontiere, la poesia della Szymborska è sbucata all’improvviso su un pannello e ha placato all’istante l’inquietudine che mi portavo dentro. Non so come e perché. Forse la semplicità con cui la spontaneità della natura viene contrapposta all’insensatezza delle azioni umane, forse la consapevolezza che, alla fine dei tempi, sarà sempre la pace e l’armonia della natura a prevalere sulla scelleratezza degli uomini.
Non la ricordavo, colpevolmente, questa poesia, ma, una volta tornata a casa, ho scoperto, con immenso piacere e sollievo quasi, che era compresa nella raccolta di poesie della Szymborska alloggiata negli scaffali della libreria dedicati a poetesse e poeti. Uno dei regali immensi della poesia: leggere versi benefici per l’animo, magari dimenticarli o accantonarli e ritrovarli sempre lì, con la loro carica emotiva intatta, al momento del bisogno.
Si intitola “Vista con granello di sabbia”, edita da Adelphi, la raccolta di poesie di Wislawa Szymborska in mio possesso ed è una selezione di poesie, approvata dalla stessa autrice, che attraversa tutta la sua produzione letteraria. Oltre a “Salmo”, vi sono contenute altre splendide poesie, oltre che il discorso con cui la poetessa polacca ringraziò l’accademia svedese per il conferimento del premio Nobel. Troverete semplicità, ironia, grande cura nella scelta delle parole e profonda introspezione nei suoi versi e credo sia tutto ciò di cui abbiamo più bisogno in questo momento.
Il Bradipo Legge ritorna lunedì 24 aprile
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Io trovo un grande sconcerto e un dolore sordo nei versi della poetessa quando, dopo aver poeticamente passato in rassegna tutto il creato, cielo e terra, flora e fauna e constatato la levità, la gioiosità di tutto, termine con : solo l’umano è straniero. Proprio stamattina ci ha visitato un amico congolese, di notevole cultura, e rilevava: perché per andare da un popolo all’altro, a conoscere, amare, credere…sono necessari documenti e documenti…non siamo tutti uomini…!? Ma come te Sara, credo che alla fine, sì, l’armonia prevarrà sulla scelleratezza degli uomini.
Bellissima condivisione Sarà. Ognuno cerca dentro di sé il significato più vero di questi versi e già il solo cercarlo allontana lo spirito dalle immani atrocità a cui stiamo assistendo in questo periodo
Grazie Sara perché di solito si legge prosa e non poesia, eppure ogni volta che mi viene messa davanti una lirica che parla al cuore e che contiene il senso del vivere, come questa, mi dico che per procedere con più equilibrio e profondità dovrei leggere di più proprio i testi poetici.
All’uomo è stata data la ragione, ma anche una maledetta volontà di potenza. Perché?