di Sara Migliorini Sara Migliorini
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Un pellegrinaggio laico fra terra e acqua alla ricerca dell’essenza di Venezia
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Credo che viaggiare sia una delle esperienze più gratificanti della vita. Scoprire luoghi, venire a contatto con persone, incontrare nuove culture ti regala stimoli, ti fa crescere e ti appaga. Al viaggio pensiamo subito come una pratica fisica: prendere un treno, un aereo, la macchina o anche infilare un paio di scarponi e via, zaino in spalla. Quando, però, non possiamo concederci un vero e proprio viaggio fisico, cosa c’è di meglio che viaggiare sulle ali della fantasia? Se ad innescare i nostri voli pindarici è, poi, un libro scritto bene, l’esperienza diventa unica, così come unica è l’immaginazione di ognuno di noi. Provare per credere e voi provate con il libro di Cees Nooteboom, “Venezia. Il leone, la città e l’acqua”, edito da Iperborea.
Nooteboom è uno scrittore olandese che ha fatto del viaggiare il fulcro centrale della sua vita e che dalle esperienze maturate ha dato forma e sostanza a innumerevoli reportage. Venezia rappresenta un punto fermo nella vita dell’autore, perché, innamorato perso del capoluogo veneto, per cinquantacinque anni egli vi ha fatto periodicamente ritorno. Soggiornando di volta in volta in sestieri (corrispondenti ai quartieri delle città) diversi, ora ospite in albergo, ora prendendo in affitto appartamenti privati, lo scrittore dipana il filo del racconto di episodio in episodio, di suggestione in suggestione. E’ un peregrinare laico fra le calli della città, le chiese, i musei, i monumenti in pietra e in bronzo, i mercati, i giardini. Nulla sfugge alla curiosità inesauribile di Nooteboom e tutto diventa spunto per una narrazione profonda e fuori dai soliti schemi. Attento studioso e storico dalla memoria prodigiosa, la sua esplorazione è sì personale, ma filtrata anche dai pensieri e dalle emozioni di tutti coloro che hanno “fatto” Venezia e l’hanno vissuta prima di lui. Ad accompagnare idealmente Nooteboom sono scrittori, poeti e pittori: Canaletto, Tintoretto, Giorgione, Tiepolo, Ruskin, Mann, Montale, Brodsky, Casanova e tanti altri che lo hanno preceduto. E’ tale la maestria e tanta la passione con le quali l’autore ci descrive nei dettagli le opere dei grandi maestri, ammirate nelle chiese e nei musei, che ci sembra di essere accanto a lui nella contemplazione di siffatti capolavori. Da Palazzo Ducale al museo Correr, da Santa Maria dei Frari alla chiesa di San Rocco, non c’è angolo, più o meno conosciuto, che sfugga all’attenzione del suo sguardo da innamorato.
Nooteboom è consapevole del fatto che Venezia è una città per stranieri. Quella che egli definisce “città liquida”, che dell’acqua ha fatto la sua essenza, è destinata ad attirare turisti e curiosi da ogni dove. Quando il sole tramonta e si accendono le luci della notte, la città si svuota e a rimanere, forse, sono solo i veri veneziani. Tanti? Pochi? E poi chi è davvero veneziano al giorno d’oggi? Per questo lo scrittore esce dagli schemi consueti del viaggiatore di passaggio e cerca anche momenti ed esperienze che lo portino fuori dai binari seguiti dalle masse. Eccolo che ci descrive le sue peregrinazioni senza una meta precisa, il suo perdersi un ponte dopo l’altro alla ricerca della vita dei veri veneziani, il suo spiare la quotidianità di una città e dei suoi abitanti seduto al tavolino di un bar con il Gazzettino tra le mani.
Immergersi nelle pagine di questo libro è come esser tra le calli e i canali di Venezia. Il primo giorno di questo anno nuovo, a causa di una passeggera indisposizione del regal consorte, l’abbiamo trascorso piallati sul divano, lui in compagnia della borsa dell’acqua calda, io con il libro di Nooteboom. Ecco, la sua bravura nel raccontare è tale che, di primo acchito, quando qualcuno mi domandava ad inizio anno come avevamo trascorso la giornata, a me veniva da rispondere: “Il primo dell’anno? Io ero a Venezia!”.
Il Bradipo Legge ritorna lunedì 28 febbraio
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Sempre superlativa Sara! Cercavo un’idea per un regalo di compleanno e l’ho trovata!??
Sarà un ottimo regalo! Capace di far volare con la mente e, perchè no?, porre le basi per progettare un viaggio vero e proprio a Venezia
“Quando il sole tramonta e si accendono le luci della notte, la città si svuota e a rimanere, forse, sono solo i veri veneziani.”
Nel 1979 / 1980 esisteva ancora la naja ed io ventenne, come molti prestavo servizio presso un battaglione di fanteria meccanizzata in Friuli.
Teoricamente dalla licenza si doveva rientrare entro il segnale della ritirata, ma ufficiali e sottufficiali di guardia al cancello chiudevano un occhio se si ritornava in caserma nelle ore notturne.
Per rimanere qualche ora in più a casa prendevo un treno che arrivava a Venezia verso mezzanotte e mezza, bisognava attendere 2 ore la coincidenza per Udine.
Perciò, con la mia sacca sulle spalle mi inoltravo fra calli, rii, ponti e piazzette, nel silenzio surreale di un mondo acquatico, spesso in inverno avvolto dalle nebbie del Canal Grande. Era una sensazione, magica, meravigliosa che attraversava i secoli, quelle due ore rinfrancavano il mio spirito in modo che potessi accettare altri due o tre mesi di servizio militare senza tornare a casa.
Brava Sara, come sempre il tuo modo di descrivere luoghi è sempre molto fluido e scorrevole, e si ha la sensazione di trovarsi realmente nel luogo in questo caso oserei dire “magico”.
Alla prossima!
Sempre superlativa, vero, ma questa volta ancora di più. La descrizione del libro di Nooteboom cattura fortemente e infonde un immediato bisogno di libreria aperta!
Non vedo l’ora di peregrinare petr Venezia. Grazie.
Grazie Sara anche per ricordare a tutti noi che la fantasia è uno strumento magico di cui ogni uomo è stato dotato fin dalla nascita.
Questa volta voglio ringraziare anche Luigi per il suo commento e il suo ricordo emozionante di passeggiate notturne a Venezia