di Enea Solinas
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Un riepilogo del percorso di formazione e sviluppo di una portineria di comunità
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Salve a tutti, e ben ritrovati in questo spazio di riflessione e promozione delle attività de Lo spaccio di cultura, iniziativa politica dal basso, della Rete Italiana di Cultura Popolare.
Come detto nei precedenti episodi, le portinerie di comunità sono uno tra i modelli più apprezzati di presidio culturale e attivazione di servizi agito con la comunità, in una logica di partecipazione libera e corresponsabile.
Si tratta in primo grado di un processo che intende apportare dei cambiamenti sociali sia nei contenuti che nei metodi.
Vale quindi la pena ripercorre la storia di una delle portinerie più presenti in questa rubrica, quella di Borgo San Paolo a Torino, inaugurata nel luglio scorso.
Questo anche sottolineando l’impegno che la Rete Italiana di Cultura Popolare sta sostenendo per diffondere questo e altri tipi di presidi culturali sia in altre zone di Torino, che in altre città, tra cui Milano e Napoli.
Il processo nasce ovviamente a monte dell’inaugurazione, e parte con un lavoro di studio e mappatura del territorio e di coinvolgimento di vari soggetti tramite il portale dei saperi.
Da marzo poi è cominciata la ritualità di incontri periodici di co-progettazione, per cui siamo quasi all’anniversario della partecipazione in presenza di persone, cittadinanza attiva che come privati e/o come portatori di legami sociali con il quartiere, hanno iniziato a collaborare e ideare, ripensare la riqualificazione di una ex bocciofila abbandonata da anni su parco Braccini (o giardini San Paolo), su via Osasco.
Un’impronta e un processo che continua e oltre ad aver cambiato radicalmente e abbellito un luogo di aggregazione (circolo), ha fatto incontrare persone che prima non si conoscevano a generato uno spirito collettivo di passione e cura per il luogo inteso appunto come possibilità di incontri, relazioni, usufrutto di servizi e iniziative culturali semplici e non banali, che vanno incontro ai bisogni del quartiere. Intrecciando altresì rapporti di collaborazione con altre associazioni e realtà del territorio.
Questo continua con novità e fermento. Per le caratteristiche intrinseche di questa portineria la stagione primaverile ed estiva si caratterizza per essere più accogliente ed espansiva.
Sono stati intrecciati relazioni di cooperazione anche con una adiacente RSA in via Spalato e con alcuni istituti scolastici di borgo San Paolo.
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Facilitato dalla Rete che gestisce e amministra le considerevoli incombenze burocratiche e di investimento, il gruppo fondante che ha dato prova di affezionarsi e cooperare sta progressivamente prendendosi cura in modalità più autonoma della promozione e gestione di parti essenziali di questo processo e di queste finalità. Garantendosi uno spazio di cooperazione e decisione basato sul confronto. Una co-progettazione autonoma, ovviamente trasparente nella comunicazione con l’ente gestore e promotore dal quale si è generato questo senso di comunità e che poi per reciproca intesa tra le persone partecipi ha incrementato la voglia di migliorar e sviluppare piccole grandi cose e iniziative per far si che siano incluse le persone meno fortunate o abituate a godere di iniziative e servizi culturali.
Oltre ad una serie mensile di Residenze Artistiche di quartiere il circolo-presidio conserva e intende sviluppare una serie di iniziative di mutuo aiuto e socialità, rivolte a famiglie, scolari, neogenitori, persone che in questi anni difficili hanno patito la solitudine.
Convivialità, letture relazionali, aiuto compiti, momenti di racconto e conoscenza reciproca, sostegno all’integrazione e al riconoscimento di diritti di migranti. E altre iniziative che per dichiarata scelta politica si rivolgono via via alle differenti fragilità sociali ed esistenziali.
Una cura del luogo e del contesto, a partire dalle persone.
Ovviamente ogni presidio, che sia una portineria di comunità o altro, ha caratteristiche peculiari, derivate anche dalla storia pregressa e dal contesto urbano e dai rapporti e la presenza di istituzioni.
Una delle prospettive più auspicabili – e che è già accaduta – è il riconoscimento di questi luoghi e di questo processo come bene comune, e il possibile sviluppo di un patto di collaborazione con il comune di Torino.
Sono le reti duttili di soggetti che non si isolano e al contrario s’incontrano per tradurre nel concreto politiche sociali e avere cura di bisogni materiali e immateriali. Welfare e socialità. Supporto e coordinamento. Accoglienza e mediazione dei conflitti e non loro insabbiamento.
Nel frattempo, alla prima portineria che ha inaugurato questo modello, in piazza della Repubblica 1/F praticamente all’angolo con via Milano, oltre ai servizi di sussidio sociale e burocratico sono comparsi libri ad abbellire il mercato con una non-merce e l’iniziativa sta riscuotendo favorevole successo. Porta Palazzo e quadrilatero s’incrociano all’edicola dei libri e della solidarietà!
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Foto: Rete Italiana di Cultura Popolare
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Il Piccolo Diario Di Portineria ritorna lunedì 27 marzo
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