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Gli spazi della Storia
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Questo mese di Giugno 2024 è l’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, un luogo che ha segnato la Storia riducendo a memoria lo sfacelo totale della Seconda Guerra mondiale, il cui dramma vero sarebbe stato se, avesse avuto una conclusione diversa, essa stessa sarebbe diventata Storia.
Luoghi che diventano crocevia, spartiacque di un passato declinato ad accadimento, ed un passato che sarebbe potuto essere diverso in una filogenesi che, però, possiamo solo supporre. Nonostante ciò, con innata immaginazione umana, continuiamo ad interpretarlo e rileggerlo carico delle sue improbabili varianti.
Improbabili perché non più rilevabili nell’alveo del possibile o dell’accadimento, ma che stranamente animano rivoli ininterrotti di possibilità-impossibili. La nostra capacità astrattiva ci porta a pensare ciò che non è accaduto, ad immaginarlo con condizionali ipotetici, ed è un dubbio che ci fa immaginare il “cosa sarebbe se…” oppure il “sarebbe stato meglio se…”
Il pesante binomio “quello che è stato”/“quello che sarebbe potuto essere”, e ancora “ciò che possiamo rammentare e raccontare”/“ciò che non potremmo, perché non è accaduto” rappresenta un ingombrante fardello, un gioco di porte girevoli che induce ciascuno di noi a decodificare la Storia ed i luoghi dove essa si è svolta in base alla nostra capacità di strutturare delle ipotesi più o meno probabili, come dicevo poc’anzi.
Si, perché all’incertezza dell’evolvere corrisponde la certezza del dove è accaduto: un luogo ed un tempo specifico, un istante nella frazione del tempo umano rispetto ai miliardi di anni che l’hanno preceduto. Quel punto geografico, quella data indimenticabile! Due frammenti che sono determinanti nelle curve Gaussiane, le quali sembrano modificare le direttrici ma che poi ricadono nella retta costante del tempo.
Luoghi che si fissano nel calendario perpetuo dell’umanità, che incidono nella storia: un 6 giugno 1944 che non potrà essere dimenticato, che viene riverberato ad ogni decennio commemorativo e ricordato annualmente da ogni studente una volta giunto alla fine del suo Corso di Storia contemporanea.
Ci sono luoghi incisi nel calendario associati a date precise:
4 Aprile 1968, Lorraine Motel, Memphis (TN), uccisione di Martin Luther King;
11 Settembre 2001, NY, attacco alle Torri Gemelle;
4 Luglio 1776 Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti;
14 Luglio 1789 Parigi, presa della Bastiglia;
11 Novembre 1918 Fine della Prima Guerra Mondiale;
20 Luglio 1969, sbarco dell’uomo sulla Luna, etc…
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Alcuni di questi luoghi si possono visitare nella veste di turisti, calcando un suolo in bilico tra il nostro presente ed il passato; in altri cerchiamo di riportare alla memoria dove eravamo quando quegli eventi sono accaduti e di fissare il momento nella nostra mente.
Quante volte ci scopriamo immersi nell’esercizio di ricordare il luogo nel quale ci trovavamo mentre abbiamo saputo dell’assalto alle Torri Gemelle. Con altrettanta dovizia cerchiamo, o abbiamo cercato, di recuperare le parole dei nostri genitori e dei nostri nonni per scoprire dove, invece, erano loro nell’attesa di vedere l’uomo calcare, per la prima volta, il suolo del nostro satellite.
Questo gioco generazionale fa della memoria individuale una sorta di memoria collettiva, perpetua e mantrica nel suo ripetersi. Ossequiose memorie passate, inquiete memorie attuali che vedono nella storia una linearità ed una circolarità nel ripetersi delle tragedie che vorremmo non avessero cittadinanza alcuna, nè luoghi, nè circostanze di memoria: 7 ottobre 2023, Re’im, deserto del Neg’ev, Festival musicale Supernova, fine delle celebrazioni ebraiche di Sukkot, ovvero Simchat Torah (Giorno della Torah).
Una violenza disumana che ha dato la stura ad altra violenza nella quale rivediamo la memoria storica e di cui non vogliamo scolpirne l’assurdità.
Molti giovani hanno perso la vita durante l’assalto. Molti altri l’hanno persa dopo, altrove, inconsapevoli vittime di quella che un giorno si chiamerà “Storia”. Quel giorno mi trovavo a casa e guardavo immagini che nessuno vorrebbe mai vedere.
Altre date, altri luoghi …e vorrei immaginare un diverso “se…”.
Qual è per te la data ed il luogo indimenticabile nella storia collettiva?
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Foto: istockphoto.com
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Qui tutti gli articoli de Il Mondo In Parole Povere
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Caro Rino, sono tante le date vista la mia età… Ma ricordo perfettamente l’attacco alle torri gemelle, ero al pc per una relazione di lavoro molto importante i bambini stavano guardando i cartoni e all’improvviso sento un cambiamento di canale. Mi affaccio per capire cosa stavano combinando e vedo l’incredibile… Credevo fosse un film di guerra ed invece era la realtà… I bambini mi guardavano stupiti e io non avevo una spiegazione razionale per spiegare come l’uomo potesse essere così malvagio.
Vero nella nostra generazione è l’evento che più ha segnato
Cedo quella più vicina al nostro tempo. ossia l’11 settembre 2001, ero a lavoro e stavo cablando alcuni cavi per la rete informatica, quando scoppiò la notizia che scioccò il mondo.
Si è proprio una notizia che ha scioccato il mondo, anche per la brutalità con la quale è avvenuto questo terribile attentato.
Emozione e sussulto nel cuore. Un terremoto nell’anima: Ginevra, Parc de Bastions, adiacente all’università fondata da Calvino, ecco il “Muro dei Riformatori” a commemorare una delle più grandi rivoluzioni della storia. L’iscrizione ricorda il maggio del 1536, quando il popolo di Ginevra, riunito in consulta generale, ratifica la Riforma Protestante mediante l’identità tre Vangelo e Governo.
Caro Marco, anche io ho visitato questo luogo, cosi importante per la Riforma Protestante in tutta Europa: Guglielmo Farel, Giovanni Calvino, Teodoro di Beza e John Knox.
4 figure epocali che sebbene cosi distanti, hanno influenzato non poco la religiosità europea
Uccisione di Martin Lutero e l attacco alle Torri gemelle mi hanno colpito nel profondo. Martin Lutero dava fastidio, l attacco alle Torri che dire certamente malvagità suprema della mente umana . Per tutti i e due i casi ci sarebbe da parlarne molto .
Grazie del tuo commento Pia.
Pandemia del Covid 19 nel 2020. Quell’emozione di paura collettiva e mondiale…quel senso di avvicinarsi a Dio per la nudità dell’essere umano! Questo sarà un ricordo vissuto in prima persona che non dimenticherò mai.
Caro Nick…davvero, la pandemia fu shock globale e soprattutto sembra un evento che era oramai chiuso in epoche lontane (peste europee del ‘300 e del ‘600).
Grazie del tuo ricordo condiviso
13 novembre 2015 strage al Bataclan, l’impotenza di fronte alla ferocia umana che ha deciso di spargere morte e terrore: ho pensato che poteva esserci mia nipote visto che pochi giorni dopo doveva andare per uno scambio culturale. Come avrei reagito fosse stata lì e come hanno reagito le persone coinvolte? Sicuramente rabbia e dolore senza fine
Grazie Marianna per il tuo ricordo condiviso. Anche la stagione terroristica in Europa è stata sconvolgente. Anche se la descrizione più prossima è ASSURDA!!! Ogni forma di violenza cieca risente di un male ancestrale nell’uomo: l’odio.
Caro Rino, grazie per questa narrazione e queste riflessioni. Mi piacciono molto e sono davvero profonde. Serve spesso una prima ed una seconda lettura approfondita. Un ricordo mio personale? Mio padre che vide la gioia di mio nonno all’annuncio della fine della guerra. Disse che fu incredulo perchè l’armistizio aveva creato caos e guerra civile. Non aveva la radio in casa, privilegio di pochi, ma disse che gliela comunicò un vicino e subito dopo andò nel bar del paese ad ascoltare quell’annuncio cosi liberatorio (in tutti i sensi). Il bar del paese l’ho visto, ora al suo posto c’è una bottega di barbiere, ma quel luogo per me diventa, il punto nel quale mio nonno apprese una notizia fondamentale per la sua vita. Grazie dei tuoi racconti
Caro Paolo,
verissimo…chissà quali e quante erano le emozioni di chi, vivendo la guerra, ne ha ascoltato la sua fine. Soprattutto cosa avrebbe rappresentato, per milioni di soldati, il ritorno a casa.
Grazie per la tua condivisione, emozionante….
Difficile scegliere una data sola, ne propongo due: 25 aprile 1945 liberazione dal nazifascismo e che oggi più che mai ci deve mettere in stato di allarme per evitare che la Storia si ripeta. La seconda data 26 aprile 1986 l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl e oggi si riparla di tornare a quel tipo di fonte per fornirci di energia, anche qui serve da parte nostra la massima attenzione per evitare che tutto si ripeta.
Caro Paolo,
verissimo…chissà quali e quante erano le emozioni di chi, vivendo la guerra, ne ha ascoltato la sua fine. Soprattutto cosa avrebbe rappresentato, per milioni di soldati, il ritorno a casa.
Grazie per la tua condivisione, emozionante….
Ciao Rino, Grazie per questo articolo, meraviglioso come ognuno di quelli che scrivi.
La data che ricordo, e che è molto recente, e l’8 marzo 2020, quando viene proclamato il lockdown a causa del coronavirus.
Luca
Caro Luca, anche a te, il ricordo più vivo è il lockdown…. ed hai ragione.
Grazie del tuo commento.
Grazie per lo scritto, particolarmente profondo.
Per struttura mentale non sono portato a dare importanza alle date, essendo una persona proiettata in avanti.
Non che gli eventi non lo siano, ovviamente, e le date hanno la loro assoluta rilevanza nella storia, alcune delle quali citate nei commenti qui sopra e molte altre hanno lasciato il loro marchio nello scorrere del tempo umano.
É una faccenda del tutto personale e anche molto complicata da spiegare.
Se proprio dovessi scegliere un “giorno” il cui pensiero mi emoziona é quello della Creazione, non credo ce ne potrebbe essere un altro che potrebbe scalzarlo dal primo posto nella mia mente e nel mio cuore.
Bhe, che dire..tu ricordi il Giorno con la “G” maiuscola, l’incipit dal quale ogni cosa ha avuto inizio.
Un giorno non vissuto da nessuno, nella narrazione biblica l’uomo è nato alla fine….
Un giorno non vissuto, come ho detto, ma un giorno che accomuna tutti…. e TUTTO
Grazie Roberto del tuo commento
Bhe, che dire..tu ricordi il Giorno con la “G” maiuscola, l’incipit dal quale ogni cosa ha avuto inizio.
Un giorno non vissuto da nessuno, nella narrazione biblica l’uomo è nato alla fine….
Un giorno non vissuto, come ho detto, ma un giorno che accomuna tutti…. e TUTTO
Grazie Roberto del tuo commento