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Spazi del vivere e del vissuto
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Ho deciso che nei prossimi due articoli non vi porterò in un luogo geografico preciso bensì vi condurrò laddove genera l’oggetto dei miei racconti. Sappiate che non ho alcuna intenzione di svelarvi la futura destinazione. Voglio lasciare un sospeso, un po’ per vezzo personale, ovviamente, ma soprattutto per sollecitare in voi una sana curiosità.
In questi ultimi due anni abbiamo viaggiato insieme nel continente africano e nell’area caraibica; vi prometto che, se avremo modo di “reincontrarci” su questo foglio elettronico, ci recheremo in Asia e nel Nord America. Questi appena citati sono propriamente dei luoghi geografici. Eppure, come stiamo facendo ora, il nostro luogo di incontro è all’interno di un sito, di un dominio registrato nella “rete”, siamo dentro uno spazio digitale che non si può certamente definire luogo fisico: è uno spazio immenso, o per lo meno potenzialmente immenso, ricco di dati che nessuna biblioteca, in un luogo specifico, potrebbe contenere.
Ci troviamo in uno “spazio-luogo” non determinabile geograficamente. Qui, ognuno di noi, a seconda delle proprie abitudini e del luogo dove vive, si ritaglia un suo proprio perimetro all’interno del quale prima si accomoda e poi …legge. Se avessimo modo di unire tra loro tutte queste nostre periferie, come fossero una serie di puntini connessi da rette, ne trarremmo un dedalo intraducibile di spazi, luoghi e disparate intersezioni.
Aristotele definiva il luogo come: “il primo limite immobile del corpo…”. I luoghi combattono una battaglia impari con una grandezza fisica più ampia, il tempo, e non solo, la sfida è avverso una seconda grandezza fisica chiamata spazio, modellato anch’esso dal tempo, così come ci istruiscono le più recenti nozioni della Fisica.
I luoghi sono contenuti e non contenitori, sono punti a geometria variabile e ad esperienze ampliabili. In luoghi specifici nasciamo e moriamo, nel mezzo viviamo esperienze uniche, perché unica è la nostra vita.
Esistono i luoghi in cui abbiamo amato, pianto, nei quali abbiamo vissuto delusioni e forti esperienze. Ci sono i luoghi della memoria collettiva o individuale, i luoghi storici e i luoghi da dimenticare, i luoghi nei quali ci siamo persi ed altri dove ci siamo, invece, ritrovati. Luoghi del cuore, luoghi indimenticabili. Luoghi che si perdono nella memoria e luoghi che mutano nel tempo. Luoghi caduti nell’oblìo e luoghi che pensiamo di non aver mai dimenticato. Luoghi che si perdono a vista d’occhio, come immensi orizzonti che ci siamo illusi di aver posseduto per qualche frazione della nostra vita. E poi ci sono i luoghi minuscoli, quelli nei quali perdiamo gli oggetti a noi cari, quelli che per sempre si impossesseranno di qualcosa di nostro che non ritroveremo mai più.
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Aneliamo costantemente un luogo dove vivere, uno spazio nostro, un dettato dell’anima ed un anfratto nell’infinito universo nel quale non perderci, così da sentirci meno piccoli rispetto all’imperscrutabile.
Sì, perché l’infinito e l’eterno ci fanno paura. Non si tratta di dimensioni antropiche, sono inumane. Lo spazio percettibile, il finito ed il temporaneo sono le àncore che ci permettono di dare un senso a noi stessi, in tutto il resto non è possibile rintracciare alcuno dei nostri luoghi.
Lo spazio è un contenitore assoluto, immutabile – o apparentemente immutabile – nel quale i nostri luoghi vengono all’esistenza e nei quali viviamo. I luoghi sono relativi e se è vero, come è vero, che vengono inghiottiti dallo scorrere della Storia, è altrettanto vero che nello spazio sufficiente della NOSTRA memoria essi sono la NOSTRA STORIA. Nel giro di qualche decennio altri occhi ed esperienze diverse calcheranno i nostri stessi luoghi scrivendo nuove storie, fissando nuove memorie.
Heidegger, nel suo libro “Essere e Tempo” fa una distinzione fra “luogo” e “spazio” proponendo questo pensiero: il luogo è legato alla nostra esperienza, lo spazio è metafisico, matematico, filosofico, astratto. Viviamo in luoghi che sono legati allo spazio ed in qualche modo il finito lambisce l’infinito. I nostri luoghi, che hanno forme ed esperienze diverse, costruiscono, a nostra insaputa, il mosaico dello spazio e del tempo.
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Foto: HTB Church in Brompton Road Londra (Rino Sciaraffa)
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Il Mondo In Parole Povere ritorna martedì 25 giugno
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Leggendo ho ritrovato spazi e luoghi che erano persi, chissà dove, nella mia memoria e ne ho anche risentito il profumo….. tutto questo mi ha creato una grande emozione ed anche nostalgia.
Grazie
Grazie cara Marianna per il tuo commento. Si, i posti rimangono li, fermi, sono nella nostra memoria che si perdono e si ritrovano.
Concordo… Sono i luoghi nei quali ho lasciato, ad oggi, la parte più felice della mia vita…
Grazie Alessandro,
bello il tuo approccio positivo sui luoghi: ricordiamo i positivi e lasciamo quelli che evocano ricordi pessimi.
Un racconto da sorseggiare con molta calma.
Da capire e da gustare senza fretta.
Grazie, Rino.
Il sorseggiare, ricorda il bicchiere di Rum della precedente racconto….
A presto per ritrovarci insieme…in un luogo fisico e sorseggiare qualcosa.
Grazie Rino, commentare questo racconto non mi è facile, lo voglio trattenere ancora con me per un po’…
Grazie cara Franca,
grazie per il tuo commento.
Grazie per questo tuo racconto. E’ vero non ci hai portato in nessun luogo specifico ma ci hai portato nei nostri luoghi della memoria e ci sai far emozionare con i tuoi racconti. Grazie ancora e spero di leggerti ancora ed ancora.
Grazie Paolo, si i luoghi della memoria, sono quelli che rimangono con noi. Grazie del tuo commento.
Grazie Rino, mi sono davvero emozionato facendo questo viaggio insieme.
Luca
Grazie caro Luca. Se il racconto emoziona vuol dire che ho raggiunto il mio primo obiettivo nello scrivere
La lettura del brano mi ha fatto venire in mente i “luoghi” di Giorgio De Chirico.
Riflessioni inquietanti che spingono a riflessioni per me inevitabili:
…in principio Dio creò lo spazio e il luogo” (Genesi unouno)
Caro Marco, l’accostamento del racconto al più grande esponente della pittura metafisica è interessante. Grazie del tuo commento. Si spazio e luoghi riportano alla memoria, come hai scritto, gli albori della civiltà umana, quando si interroga sul “proprio” spazio anche in senso metafisico oltre che trascendente.
Il nostro ricordo di ciascun luogo è legato all esperienza che vi abbiamo avuto. Mi vengono in mente le sale di studio all università e le camerate delle caserme in cui ho fatto il servizio militare., come luoghi di patimento… E molti altri posti in cui ho vissuto esperienze più piacevoli…. Ma tutto è finito… Come la nostra esperienza della vita….
Si, hai ragione caro Silvio. Ogni luogo è esperienza, importante esperienza nella vita. Tu hai citato due luoghi che anche io ricordo con piacere…. aggiungerei anche la mia scuola elementare, per la quale ho tanti bei ricordi. Luogo che ho rivisto quando i miei figli hanno frequentato gli stessi spazi. Emozionante.
Grazie Rino. Hai dato senso compiuto e oggettivato bene pensieri che mi ” frullavano” in maniera non chiaramente definita, spesso, nella mente
Grazie per il tuo commento caro Claudio!