Immettetevi sull’alzaia di Greco, o anche un po’ più avanti, a Gorla, per non caricarvi di troppi chilometri in fase iniziale. Il Naviglio è pulito, cristallino e abitato da una notevole varietà di fauna: pesci rossi e germani reali, aironi che planano all’improvviso e a volte può capitare di vedere anche qualche cigno nero, per vederlo però ci vuole il tipico pizzico di fortuna. Si pedala lungo un corridoio fresco di salici, olmi e faggi e in un attimo ci si trova ai confini della città. Arrivati in piazza Costantino, vi consiglio un giro dentro via Amalfi, una piccola via laterale. Vi troverete davanti uno spettacolo di ville di fine Ottocento affacciate sull’acqua. La deviazione merita!
Dal fondo di via Padova, il canale svolta leggermente e lascia la parte abitata. Via Idro è un assaggio di campagna, poi, dopo il ponte di ferro che permette di superare il Lambro (il fiume si annuncia con l’inconfondibile odore, mai cambiato negli anni), ora siamo entrati a Vimodrone. Il percorso prosegue lungo via Milano, il tratto è quasi tutto protetto tranne una piccola parte (prudenza!); siete arrivati sulla Padana Superiore. Superato il cimitero, avanti fino ad una nuova rotonda, via Quindici Martiri, dritto su via Monzese, e si è a Segrate. L’urbanizzazione degli ultimi decenni si è mangiata quasi tutto il territorio verde che circondava il capoluogo lombardo, sono rimasti purtroppo solo degli scampoli.
Dentro Segrate ci si tuffa in un reticolo di stradine, via Olgetta, via Moro, ponte pedonale sulla Cassanese (la bici si infila in ascensore, passerella, ancora ascensore), e, sbucati dall’altra parte, via in direzione dell’acqua. Il nome Cava Centro Parco ne tradisce l’origine, l’atmosfera è però lacustre, con i pratoni che scendono a riva, la cornice degli alberi e il baretto: il luogo ideale dove fermarsi per riprendere un po’ di fiato. Milano sembra lontana, invece è dietro l’angolo. La ciclabile corre alta intorno al lago, poi curva verso la periferia cittadina, via Redecesio, via Martiri di Cefalonia, avanti e in un attimo si fatica sul ponte di via Rombon. Di nuovo in città, in pochi minuti si è in via Porpora, ma se non si è ancora pronti a lasciare la bici, basta entrare nel quartiere Feltre e da lì puntare sul Parco Lambro. Buona pedalata.
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⇒ Foto: Mauro Gazzoni ≈ Prossimo Appuntamento: giovedì 29 luglio
Bel itinerario… Grazie Guido per questa pedalata insieme a te. Buona estate!
Grazie Guido,itinerari bellissimi che ci avvicinano alla natura,rendendo meno opprimente il periodo estivo in città.
Seguirò sicuramente i tuoi consigli. Grazie Guido!!
?? Bella descrizione !!! ??
Più che la fatica di pedalare si gode di t
anta poesia in questo brano…
Bella descrizione che fa venir voglia di accettare il consiglio e partire per il nuovo giro!! ?
Guido , come sempre…la passione è ciò che caratterizza le tue descrizioni. Ed è quello che fa venir voglia di essere con te quando vai in bicicletta..
Io arrivo dalla Martesana in senso contrario..proverò ad andare verso Segrate e fino al parco Lambro! Grazie
Guido sempre articoli interessanti.
Ottimo !!
Grande descrizione ,mi piacerebbe farla insieme te.Un abbraccio
Bellissimo itinerario Guido, che conosco abbastanza bene avendolo fatto alcune volte e nel tuo racconto rivedo e rivivo l’atmosfera di quei luoghi. Bravo Guido!
..Come sempre… Grazie a Tutti di vero cuore! 🙂
Arrivo tardi, ma ti ringrazio particolarmente perché andavo su e giù dalla Martesana come un criceto sulla ruota da anni, senza sapere che è possibile deviare e arrivare in posti pieni di poesia. Ma adesso lo so!