Un giallo o forse no, un rompicapo che vi terrà inchiodati alla pagina. Un libro che mi ha stregata.
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⇒ di Sara Migliorini ≈ Il Bradipo Legge
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Quest’estate ho letto un libro che mi ha stregata. Come spesso accade, è stata la copertina ad attirare la mia attenzione e il risvolto delle stessa non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità. Infine, la casa editrice, Neri Pozza, ha contribuito a togliermi ogni dubbio e a lanciarmi nell’avventura. Il libro in questione è “Le sette morti di Evelyn Hardcastle” di Stuart Turton.
Potrei dirvi che si tratta di un giallo, ma la definizione in questo caso mi sembra quanto mai riduttiva. Il romanzo comincia con quello che scopriremo, poi, esser il protagonista che si sveglia in mezzo ad una foresta, non si sa se in preda agli effetti di una sbronza o se reduce da un’aggressione. L’unica cosa che affiora alla sua mente è un nome, Anna, e la convinzione incrollabile di doverla salvare. Alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo, giunge davanti ad una dimora inglese, Blackheat House, un tempo lussuosa, ma ora in piena decadenza. Scopre qui di essere uno degli invitati della famiglia Hardcastle, che ha riunito per un ballo in maschera tutte le persone presenti diciannove anni prima il giorno della morte del figlioletto Thomas.
Quella che sembrerebbe una semplice amnesia del protagonista si rivela, invece, qualcosa di molto più tortuoso. Il nostro protagonista è condannato a rivivere all’infinito la stessa giornata e lo farà ogni giorno nei panni di uno degli invitati alla festa. Ad ogni notte seguirà sempre la stessa mattinata piovigginosa, ad ogni nuovo risveglio un nuovo corpo e una nuova personalità con cui prendere confidenza. Per spezzare questa catena e poter tornare indietro alla propria vita l’unica soluzione è scoprire chi ucciderà Evelyn Hardcastle nel corso del ballo in maschera. Solo in cambio della soluzione del mistero il ciclo delle incarnazioni s’interromperà. Ma non è il solo coinvolto in questo rompicapo, altre due persone stanno cercando di affrancarsi da Blackheat House. Solo una persona potrà abbandonare la vecchia dimora e la corsa contro il tempo alla ricerca di indizi è incalzante. Nelle varie incarnazioni si alternano giovani nel pieno delle forze, anziani vacillanti, personaggi ambigui. Bisogna esser bravi nello sfruttare i punti di forza di ognuno di essi e altrettanto fermi per non farsi sopraffare dalle diverse personalità. Giorno dopo giorno, sommando gli indizi raccolti nelle varie personificazioni, un po’ ci si avvicina e un po’ ci si allontana dalla meta.
Non posso rivelare di più sulla trama per non guastarvi il piacere della lettura e della scoperta. Vi posso dire, però, che Turton scrive benissimo e vi terrà inchiodati alla pagina. Io, che pensavo di avere qualche giorno impegnato nella lettura, l’ho divorato in un paio di giorni, ipnotizzata dal piacere dell’intrigo. Le atmosfere della campagna inglese sono ricreate con grande suggestione, ogni singolo personaggio è tratteggiato con cura sia fisicamente che psicologicamente e l’enigma da risolvere è eccellente. Un tale rompicapo di personaggi ed indizi poteva risultare estremamente confusionario, ma l’abilità di Turton nel padroneggiare la materia è impareggiabile.
Il finale sorprendente, ovvero scoprire cosa rappresenta Blackheat House, vi lascerà senza parole e vi ritroverete non solo ad aver letto un giallo geniale, ma anche a riflettere, in maniera non scontata, sui concetti di colpa e perdono, forse un regalo finale da parte del nostro autore, non a caso laureato in filosofia.
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⇒ Foto: Sara Migliorini ≈ Prossimo Appuntamento: Venerdì 13 novembre
Grazie Sara, mi hai davvero incuriosita!
Non avevo mai sentito parlare di questo libro, ma tu hai la capacità di farci scoprire letture sempre nuove…