Le belle frasi… tante, tantissime sono le frasi ad effetto che, in questi mesi circolano sulla bocca di tutti… dalla più clamorosa “Andrà tutto bene” a “Ne usciremo migliori”…
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Si fa presto a dire… Le belle frasi. Tante, tantissime sono le frasi ad effetto che, in questi giorni (o ormai in questi mesi) circolano sulla bocca di tutti. Di una, ossia “Siamo tutti sulla stessa barca”, abbiamo già parlato il mese scorso e visto, soprattutto, come sia un’assoluta falsità. Siamo tutti nella stessa tempesta, ognuno con barche ben diverse. Spazio, quindi, alle altre chicche del momento.
La più clamorosa è “Andrà tutto bene”. Recitata come un mantra salvifico, una giaculatoria laica, una formula da esorcismo per cacciare tutti i mali, ha riempito i primi giorni della pandemia ed è stata affissa, con grande scempio di lenzuola coperte da arcobaleni, sui muri e i balconi di tutta Italia. “Andrà tutto bene un …” hanno replicato in molti, e a ragion veduta, non solo per il numero dei morti ma anche per le conseguenze devastanti che comunque questa situazione inverosimile lascerà dietro di sé, a prescindere dall’ottimismo forzato inoculatoci dai media al momento di iniziare a tappezzare il nostro paese con uno slogan che non vuole dire nulla. Che poi, infatti, cosa vuol dire ”andare bene”? Sopravvivere? Riprendere a lavorare? Tornare alla “normalità”?
Eccola, la seconda frase: “Torneremo alla normalità”. Quale normalità? Quello stato di cose che esisteva prima? Torneremo al consumismo? Allo spreco alimentare? Per capire meglio cosa voglia dire “tornare alla normalità” occorre addentrarci nelle altre belle frasi da quarantena. In rapida successione…
“Torneremo ad abbracciarci”. Chi? Noi liguri? Noi, che a volte non abbracciamo neanche la mamma, torneremo ad abbracciare il commercialista e il panettiere? Ma per favore… “Capiremo che occorre rispettare la natura / la terra / l’ambiente…” Ah sì? Buono a sapersi. E come la mettiamo con le montagne di guanti e mascherine che già si accumulano fuori dei supermercati? Se questo è l’inizio, più che rispettare, in realtà, troveremo nuove e più fantasiose maniere per inquinare, ferme restando quelle vecchie, visto che è bastato un solo giorno di parziale riapertura per ritrovarci tutti i fiumi di nuovo inquinati.
“Impareremo a dare il giusto valore alle cose”. Va bene, per questo siamo forse ancora un tantino in anticipo, come giudizio, ma intanto alle cose abbiamo dato, più che un giusto valore, un prezzo che, in barba alla minore disponibilità economica, non è certo sceso, ma aumentato. Dalla pasta ai cellulari, dalla frutta al dentifricio, tutto costa di più. Già perché, da brave formichine, vorremo mica capire che le cose potrebbero costare meno… e dove la mettiamo la voglia di recuperare tutti i minori guadagni dei mesi scorsi? Questi mesi, che dovevano insegnarci a essere migliori, a limitare le spese inutili e, con esse, ridurre la necessità di incamerare sempre più soldi per acquisti superflui, invece, ci hanno fatto capire che di denaro ce ne occorre sempre di più. Per farne cosa non si sa.
Forse per pagare le tasse che ci pioveranno in testa, come quelle che saranno necessarie per pagare un ospedale che. costato 21 milioni di euro, ha curato solo 25 pazienti. Si faceva prima (e costava meno), comprare un appartamento per ogni paziente singolo, attrezzarlo e curarlo lì. Ora, almeno, si sarebbe potuto rivendere almeno l’appartamento e recuperare qualcosa… “Adesso pagheranno tutti le tasse, perché i soldi serviranno per la sanità”. Non commento, ma candido la frase per il “Premio Barzelletta 2020”, con notevoli possibilità di vittoria, in una Nazione che vanta 200 miliardi di tasse non pagate ogni anno.
“Ne usciremo migliori”. Migliori? Cosa? Chi? Noi? Basta rileggere quanto sopra e, scevro da ogni interpretazione politica, l’esempio di come ne usciremo migliori è rappresentato soprattutto dalle reazioni sguaiate, da un lato e dall’altro, alla liberazione di Silvia Romano. Pensiamoci e vediamo se ci sono le premesse per uscirne migliori. Cambiati, ecco, sì, ne usciremo cambiati, ma se in meglio o in peggio starà a ognuno di noi deciderlo. Io, senza dubbio, ne uscirò misantropo e, forse, prolungherò il mio lockdown, almeno per un buon altro decennio. Poi si vedrà.
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Foto: pixabay.com
Si Fa Presto A Dire ritorna giovedì 11 giugno
Condivido in pieno il modo di vedere e di sentire di questo articolo. Aggiungo, a dispetto delle incessanti iniezioni televisive di ottiismo, che io vedo piuttosto un futuro dove saremo condannati a vivere una vita da malati per morire sani.