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Sono piena di sorrisi delle persone che ho incontrato fino ad ora.
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Anche questa settimana Laura Morelli ci ha inviato un resoconto del suo viaggio verso Leopoli, buona lettura.
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Sono a metà del viaggio, a Kapellin a 11km a Nord Est di Sankt Pölten (Austria). Mi sto avvicinando sempre di più, infatti incontro sempre più persone, soprattutto donne sfollate. Le famiglie sono disgregate.
Stamattina non me la sono sentita di prendere la bici e farmi i 130km che mi separavano, perché avevo la necessità di fermarmi, di avere energia sufficiente per godermi questo momento. Ho preso il treno, sono arrivata in stazione e c’era una delegazione di donne felici di incontrarmi e io felice d’incontrare loro. La parola principale di questo viaggio è gioia.
C’è poco incontro con le persone austriache, ma sta crescendo sempre più l’incontro con le donne ucraine. Diventa tutto sempre più ricco di sfumature. Padri che sono in luogo, madri che sono in un altro, donne che sono il capofamiglia. Sono persone molto affettuose e io ho molto affetto per loro, mi ci trovo bene.
Ieri sono stata ospite di una giovane donna a Wuels – città austriaca vicino a Linz – che mi ha raccontato di come si è lasciata con il fidanzato a causa della guerra che ha cambiato tutto, la guerra divide, separa e isola. La guerra obbliga a sentirsi estranei e a vivere in un altro luogo, ma io non ho paura perché siamo in Europa e l’Europa è abitata da signore anziane gentili.
Un’altra cosa che volevo dire: nei social io posto tantissimi sorrisi delle persone, ma non si tratta di una banalità: io stessa sono piena di sorrisi delle persone che ho incontrato fino ad ora. Si tratta di un linguaggio che mi nutre. Nei miei social le persone che incontro sono persone ucraine sfollate che sorridono e questo è già un traguardo enorme per me, è il motivo per cui sto facendo questo viaggio.
Le persone che mi stanno vicine sono centinaia, sono temporanee, ma questo è il senso del viaggio e della cura. Ieri mattina quando sono arrivata a Sanpulten le donne mi hanno abbracciata con affetto, c’è stata un’esplosione di affetto che non è formale. Io temo che quello che dico sia retorico, forse perché in Italia non si vive quest’esperienza drammatica della separazione e della guerra. Stare qui con le famiglie sfollate e separate è un’altra cosa.
Ieri sono stata davvero accudita da questa comunità di donne: io ora sono in un bagno a parlare perché la famiglia da cui sono ospite si deve ancora svegliare e mi accompagnerà fino a Vienna in bici. Io ieri ho mangiato tutto quello che mi hanno offerto e ne avevo bisogno perché erano praticamente due giorni che saltavo pranzo, cena e colazione.
Avevo finito tutte le mie riserve di mandorle che avevo portato come un criceto. Questa comunità di donne che aiutano sorelle piccole e fratelli piccoli e li salvano da problemi come disturbi mentali a causa dello stress. Questi sorrisi sono importanti per me, perché sono portatrice di tutto quello che le persone mi hanno dato .Si tratta di un viaggio d’amore, dove io divento veicolo di questo amore.
Ne sono felice e appagata. Le difficoltà sicuramente ci sono, ma se non riesco mi fermo e chiedo aiuto. Se non ricevo aiuto (cosa che non è mai successa fino ad ora) trovo altre soluzioni Si tratta di un nomadismo d’amore e ieri di cibo, dato tutto quello che mi hanno dato.
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Qui potete scaricare la locandina con tutte le informazioni su come seguire Laura Morelli nel suo viaggio che lei stessa presenta con queste parole: qui non si corre. La velocità è dolce. Ci muoviamo per amare la natura e la natura dell’essere umano. Noi la chiamiamo natura…
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Questa la pagina Facebook dedicata al viaggio.
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Foto: Laura Morelli
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La More ritorna venerdì 26 maggio
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