di Guido Bigotti Guido Bigotti
Ricordi di gioventù quando una semplice bicicletta ti faceva sognare, immaginavi viaggi impossibili (che impossibili non erano!), ma la tua fantasia li rendeva tali.
Con la mia prima bicicletta ho imparato ad andarci in cortile a Corsico. Mi insegnava il mio papà. Una volta compreso il meccanismo, il cortile dove abitavamo era diventato tutto mio e della mia bicicletta. Facevo gare impossibili con i miei piccoli amici, immaginando di essere un Saronni o un Moser oppure con gare che si allungavano fino a sera quando dal balcone mia madre mi richiamava a rapporto per la cena.
In strada era impossibile andare in bici: negli anni settanta e ottanta (ma anche novanta quando oramai ero adulto), le ciclabili erano pura fantascienza. Bicicletta modello Saltafoss o meglio Grillo che era poi una “copiatura” della più gettonata Saltafoss; ammortizzata sia anteriormente che posteriormente, fu un regalo dei miei genitori per il mio compleanno. Con questa bicicletta ho fatto una bella avventura all’insaputa dei miei genitori. Una roba alla ET ma col corpo di un’adolescente senza poteri eccezionali: volevo dimostrare ai miei amici che il traffico e la strada non mi facevano paura e quindi partii per questa impresa.
Da Corsico dove abitavo alla metropoli di Milano, tappa… “La Gesa di Lusert” San Protaso al Lorenteggio. Come recita la canzone di Pietro Mazzarella, la Gesa di lusert è in fondo alla strada per Abbiategrasso (oggi via Lorenteggio), non ha sagrato ed è fatta di sassi. E’ la chiesa di San Protaso, un tempo luogo di preghiera dei contadini del Comune dei Corpi Santi (Corp Sant in dialetto milanese) che comprendeva i borghi agricoli oltre le mura spagnole. Il nome Corpi Santi è legato alla legislazione sanitaria austriaca, che volle i cimiteri fuori dalle mura della città milanese. Vi starete sicuramente chiedendo cosa ci azzeccano le lucertole in questione… Presto detto… Sono quelle che hanno abitato la chiesa negli anni in cui rimase in disuso. Amata sempre dai cittadini di Milano e soprattutto del Lorenteggio, che sono riusciti a salvarla negli anni dalla costruzione della nuova strada del Lorenteggio negli anni ’60 e poi negli anni scorsi salvata anche dagli scavi della metropolitana linea 4. Fu costruita intorno all’anno 1000 dai monaci benedettini ed ha custodito per secoli due leggende. Pare infatti che si trovasse al suo interno una botola che conduceva a un cunicolo collegato al Castello Sforzesco…
Ma di questo non si è trovato nessun riscontro o dir si voglia ritrovamento di cunicoli, ecc. La seconda leggenda invece narra che durante l’assedio di Milano da parte dell’imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, nel 1162 le forze milanesi opposero maggior resistenza proprio nei pressi del Lorenteggio, per questo l’imperatore voleva distruggere il piccolo oratorio; pare invece che vi sostò in preghiera per chiedere la vittoria sui milanesi, che ottenne, e risparmiò la chiesina. Per me quella “fuga“ fu una scoperta e ancora oggi a distanza di tanti anni quando mi trovo in via Lorenteggio (strada parallela alla mia Giambellino), mi fermo e contemplo questo piccolo luogo di culto, ripensando a quella giornata di svago a qualche chilometro da casa solo per dimostrare agli amici che ero diventato grande e che la città e la strada non mi spaventano più. W la Gesa di lusert!
Diario Della Bicicletta ritorna martedì 5 luglio
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