di Giampiero Monaca
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Quando l’ingiustizia diventa legge la disobbedienza è un dovere
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In diverse occasioni questo sito ha ospitato contributi e racconti del maestro Giampiero Monaca, che potete trovare qui, quello che state per leggere è un’aggiornamento della vicenda che vede coinvolto l’insegnante – oggi maestro errante – astigiano. Un conosciutissimo e usatissimo social ha giudicato il testo che segue un’incitazione all’odio. A voi lettrici/tori giudicare…
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Carissime e carissimi vi invio questo aggiornamento molto triste su come è andata a finire per me: licenziato per insubordinazione. Condannato a un mese di reclusione (1500 euro) per interruzione di pubblico servizio. Anche se questa per me è una batosta pesante dal punto di vista umorale, posso dire di andarne fiero, perché ho sempre insegnato che “quando l’ingiustizia diventa legge la disobbedienza è un dovere”.
Un giorno Alby, uno dei miei alunni, mentre stavamo incarnando e rivivendo l’odiosa insensatezza dell’espulsione degli ebrei dalla scuola italiana, mi chiese: ma se tu fossi stato maestro nel 1938 e questa circolare fosse arrivata a te, tu, cosa avresti fatto?
Mi sentii molto in crisi, e glielo dissi, perché è tremendamente facile essere contro la tirannide, quando per le strade non girano manganelli ed olio di ricino. Risposi che speravo di trovare il coraggio per dire: no io a questa porcata non ci sto!
Quando poi dopo anni di grandi difficoltà e conflittualità, il dirigente mi ha ordinato, d’ufficio, di trasferirmi dalla scuola di Serravalle che avevamo fatto rifiorire, con l’ unico risultato di demolire definitivamente il progetto bimbisvegli, se avessi accettato avrei salvato carriera e stipendio lasciando quelle classi di “piccoli ebrei” che stavo allevando, (si è sempre rom o gay o negro o ebreo o anarchico o eretico per certi arroganti o servi), così gli ho detto signornò, e che non riconoscevo la sua autorità e dato che lui mi stava imponendo qualcosa che mi appariva in coscienza lesivo per il benessere dei bimbi ma anche per me stesso. Così decisi che mi sarei avvalso del diritto alla disobbedienza civile e alla diserzione.
Così mi han licenziato per insubordinazione ed infedeltà verso l’ istituzione e condannato ad un mese di reclusione per interruzione di pubblico servizio (io avevo comunque già ampiamente fatto sapere quello che sarebbe stato il mio comportamento proprio per non creare disagi alle famiglie)
Vi abbraccio forte e vi chiedo, se puoi, di portare alla luce questa storia, che purtroppo anche molti media che prima pubblicavano ampiamente le nostre “imprese” hanno incomprensibilmente calare il silenzio, non so perché…
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Foto: pagina fcebook giampiero monaca
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Bradipo Reporter ritorna a settembre
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