di Guido Bertolusso sacromontedivarallo.com
Adamo soffrì per la separazione da Lilith e non credeva alle diffamazioni contro di lei, poi arrivò Eva…
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Adamo dalla separazione di Lilith (di divorzio neanche a parlarne, per carità di dio! come se la Santa Romana Chiesa Cattolica Apostolica esistesse già…) ci era rimasto molto male, e nonostante le diffamazioni contro di lei ci aveva comunque preso gusto nella compagnia femminile, e poi così spregiudicata, anche se i soliti ben informati sostengono che lui provò l’istinto sessuale solo quando si trovò di fronte Eva nuda e cruda come il buon Dio l’aveva fatta e non prima, e forse fu anche per questo che Lilith lo abbandonò; altri affermano convinti che intanto prima di lei, Eva, erano tutti casti puri vergini e i lupi pascolavano insieme agli agnelli, privi di interessi e desideri di natura sessuale che d’altronde non potevano ancora esserci: volevo ben dire che un insuccesso non si sbandiera mai facilmente…
Tanto si lamentò della solitudine provata (e dai! ma non siamo nel Paradiso terrestre!?!) che il buon capo si accinse ad accontentarlo nuovamente pensando preoccupato: -”ahh perdio! speriamo che questa volta mi vada meglio!”-
Quella volta però, per non incorrere in un ulteriore “difetto di fabbricazione” come sostiene un teologo moderno sul “caso Lilith”, il principale anestetizzò Adamo e gli fece una visita antropologica accurata e approfondita, una anamnesi al contrario: non già il ricordo delle patologie passate (che d’altronde in quel momento non esistevano ancora), bensì una previsione su ciò che avrebbe potuto fare e combinare la nuova creatura donna ai danni del suo creatore, insomma voleva evitare di incorrere in ulteriori dispiaceri.
Tutta la Storia universale successiva ci dirà che comunque nel campo delle previsioni Dio non fu mai propriamente un mago. Dunque si doveva creare una nuova donna che fosse più conforme ai desideri del demiurgo (o solo dell’uomo inteso come maschio…?) e, forse, alle intenzioni da padrone di chi scrisse veramente la Bibbia, il “Libro”.
Antichi rabbini conservatori e commentatori del Talmud ci riferiscono che ricordandosi di Lilith il creatore nella sua analisi dell’uomo rimuginava: non la clono utilizzando certo il capo, che poi questa mi va in giro con la testa alta in atteggiamento superbo e arrogante di sfida, neppure da un occhio la creo perché poi mi ammicca lasciva, neanche userò per formarla un orecchio per non farmi origliare nei miei discorsi segreti per il resto della mia vita eterna, ne manco dal collo la farò se no può uscirmi altezzosa per la facilità di alzare il capo e guardarmi fissa in tono di rimprovero, neanche a dirlo la trarrò dalla bocca se no chi la sente più! e se poi mi diventasse pure pettegola? nemmeno dal cuore di Adamo mi conviene generarla perché lì si annida l’invidia per il prossimo, che al momento non c’è ancora, ma non si sa mai…; crearla da una mano o da un piede? manco a parlarne ché in futuro mi sarà intrigante e amerà bighellonare a andare a spasso con le amiche: e alla casa ci pensa poi!?! No, l’organo migliore è senz’altro una costola: è discreta, non si vede quasi, se si rompe manco la puoi e devi curare, è casta, che immagini sensuali può mai dare?, e, soprattutto, è protettiva degli organi più importanti racchiusi dietro di lei. Mi pare che questo possa andare…
In seguito le ricche biografie delle Matriarche ebraiche riportate nei secoli ci dicono che, a dispetto di tutti questi buoni ragionamenti e avvertenze, alle donne saranno attribuiti comunque tutti quei difetti che il buon Dio voleva evitare. E per precisione medico chirurgica va specificato che Eva fu tratta dalla terza costola del lato destro del costato di Adamo, non è chiarito se a partire dall’alto o dal basso, fate voi. C’è qualcuno che al giorno d’oggi crede che gli uomini abbiano una costola in meno rispetto alle donne anche se in realtà ne abbiamo esattamente lo stesso numero e fanno male allo stesso modo quando vengono traumatizzate (provare per credere!)…
Comunque questa fu considerata per secoli una vera e propria tesi scientifica testimoniata da testi un tempo molto diffusi; insomma si è sempre letta la Bibbia letteralmente e nessuno poteva e doveva dubitare che tutto ciò che era scritto non fosse vero; si dovette arrivare a Galileo Galilei nel 1600 per trovare in Italia qualcuno che iniziasse ad avere dei dubbi, e sappiamo come è finita: con le accuse di eresia allo scienziato e la sua abiura forzata per una sua naturale avversione alla tortura (“spontanea” secondo Santa Romana Chiesa) nel giugno del 1633, e come in un processo di stragi di Stato in Italia ci vollero solo 359 anni affinché papa Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1992 lo riabilitasse, ma chissà se certuni nella Chiesa Cattolica ne sono proprio convinti!.
Eppure già Origene tra i primi teologi cristiani in un suo scritto del III secolo metteva in guardia i fedeli predicando che la creazione di Eva non doveva essere presa alla lettera ma considerata una favola e non una verità rivelata, ma a lui non fu dato credito perché in eccesso di ascetismo si auto evirò e il buon vescovo Demetrio convocò addirittura un sinodo per sconsacrarlo perché un eunuco non poteva più esercitare come sacerdote (aveva del buon tempo da perdere o era un macabro profeta questo Demetrio…).
Realizzata la nuova creatura, a questo punto occorreva darle un nome, e Adamo che già lo aveva dato a tutte le bestie e a tutte le cose dicono che la chiamo Eva, ma esistono due antiche versioni approvate nella Genesi.
Una dice che prima Adamo la chiamò “Issàh” considerato come forma femminile di “ish” ossia “Uomo” e quindi la chiamò “Donna”, da cui: donna fai questo, donna fai quello, donna portami le pantofole, donna dammi da fumare, ecc. ecc…; una seconda dice che ancora fu Adamo ad imporle in un secondo tempo il nome Eva in quanto madre di ogni essere vivente dalla parola ebraica “hay- hawwah” vivere, dare la vita ossia donna e madre, e curiosamente “hayyah” vuol dire bestie.
Dunque Donna o Eva? Oppure si tratta di due personaggi femminili differenti: prima del peccato originale la Donna uguale all’uomo e dopo il peccato Eva tratta da una sola costola che cambia essenza diventando la madre degli esseri viventi! Hissah! che fatica stare accanto a un uomo!!! (continua…)
Apostata Per Vocazione ritorna venerdì 14 gennaio
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Ciao Guido, dato che ti definisci “Apostata per vocazione”, posso chiamarti Guido l’Apostata? Anche io ho commesso apostasia – mi sono allontanato dalla fede dei miei antenati – però Luca L’Apostata non suona molto bene, invece Guido L’Apostata suona benissimo!! Forse perché Guido L’Apostata ha una certa assonanza con l’imperatore romano Giuliano L’Apostata alias Flavio Claudio Giuliano.
Per completezza di informazione, non posso esimermi dal dire che molti pensano che il nome corretto di questo imperatore sia Giuliano La Prostata (alcuni scrivono L’Aprostata, altri ‘A Prostata).
Guido carissimo,
Galileo Galilei, scienziato, pur di continuare a svolgere i propri studi di astronomia, certo della inconfutabilità delle sue osservazioni, nel 1633 si inginocchiò davanti al sant’uffizio nel monastero di Minerva ed abiurò la sua teoria sul moto della terra e degli altri pianeti intorno al sole. Non fu torturato e bruciato e trascorse i suoi ultimi anni in prigione, dove poté continuare ad approfondire i suoi studi che fece consegnare a menti libere per la divulgazione in tempi meno ottusi.
Prima di lui, il 17 febbraio del 1600, processato e condannato dal sant’uffizio con lo stesso accusatore di Galileo, il cardinale bellarmino ( non merita la maiuscola ), veniva arso vivo Giordano Bruno, il quale aveva osato pubblicare i suoi studi nei quali affermava, tra l’altro, l’esistenza di infiniti mondi. Disse ai giudici assassini del sant’uffizio che lo condannavano: “Tremate più voi che leggete la sentenza di me che la subisco”. Dopo le torture, al condannato al rogo, fu legata la lingua con una mordaccia. A Roma andate in Campo dei Fiori, dove si trova sul luogo della sua esecuzione la statua del domenicano Filippo Bruno Giordano, martire della libertà di pensiero.
Bertolt Brecht nella sua opera fa profferire a Galileo Galilei queste parole. “ Sventurata la terra che ha bisogno di eroi “. Se il filosofo deve morire per dimostrare la sua coerenza, come Socrate e Giordano Bruno, allo scienziato, come Galileo Galilei, è sufficiente trovare il modo di avere più tempo per continuare nella ricerca ed affidare i risultati a menti libere, non asservite al pensiero unico, al dogma dominante di allora e pericolosamente riproposto negli ultimi tempi anche ai nostri giorni.
Troveremo il modo di svincolarci dall’abbraccio tentatore delle cinque sorelle del web, cugggggine delle vecchie sette sorelle del petrolio? Guarda caso sempre U.S.A. Un abbraccio forte mai virtuale. Gabriele.
Il giardino dell’Eden non doveva essere così tutto rosa e fiori come una ingenua tradizione ci ha fatto credere: mentre i lupi, mitemente, pascolavano insieme agli agnelli, i cani da pastore pativano la crisi con una forte disoccupazione… tante situazioni dovevano ancora definirsi in modo chiaro e lo si vede anche dalle azioni di Adamo che per certi versi ci ricorda il Marcovaldo di Calvino. Senza interessi e desideri di natura sessuale, quel posto doveva essere poi una gran noia; quel “hay- hawwah” che Adamo attribuì ad Eva ricorda fin troppo bene il suono onomatopeico dello sbadiglio; e le cose non andarono certo meglio quando, vista finalmente nuda la sua Eva, Adamo provò finalmente l’istinto sessuale senza avere però istruzioni precise a riguardo… tanto che alla sua nuova compagna egli finì per appioppare l’ulteriore soprannome di Issàh. L’etimologia di questo termine deriva dai lavori per posizionare gli antichi obelischi, quei monumenti enormi e pesantissimi che una volta posizionati orizzontalmente nel luogo opportuno, andavano messi in piedi a puntare verso il cielo. Gli sforzi che centinaia di operai dovevano sincronizzare tirando cinghie e funi, venivano coordinati al suono del ooh issa… ooh issa! Teniamo inoltre presente che quando si tira su una casa si parla di “costruzione” della medesima, ma quando si innalza un monumento si dice “erezione”; non è difficile quindi immaginare Adamo (che non aveva ancora capito di doverci mettere un po’ del suo) rivolgersi a gran voce ad una sconsolata Eva: ooh issa! ooh issa! nel tentativo di alzare al cielo il suo piccolo simbolo obelischico. Col tempo i due impararono, ma il soprannome rimase. Anzi, Adamo imparò così bene che ne uscirono i successivi: donna fai questo, donna fai quello, donna portami le pantofole, donna dammi da fumare, come giustamente Guido hai rilevato e non escludo che risalga proprio ad allora l’invenzione del “mal di testa” femminile all’ora di coricarsi e probabilmente anche la simulazione dell’orgasmo!
(In letteratura psicologica gli autori moderni han poi preferito il termine “simbolo fallico” in sostituzione di “obelischico” che suonava troppo cacofonico, ma la sostanza non cambia).
Boh, mi fermo qui, volevo solo darti un piccolo saggio delle idee che mi fai venire con i tuoi racconti biblici!
Un saluto ai tuoi commentatori di questo mese; Giuliano La Prostata non l’avevo mai sentito… carino, spero che in seguito Luca ci possa fornire ulteriori “chicche” per sorriderne una volta. Gabriele invece non mi ha suscitato ilarità, purtroppo, perchè nel lèggere le parole di Brecht / Galileo, mi è corso il pensiero alle ipotesi di candidatura per la Presidenza della Repubblica che si sentono in questi giorni e in particolare all’uscita della Meloni sulla necessità di mandare un patriota al Quirinale. Ecco che allora mi viene spontaneo pensare, parafrasando Brecht: sventurata Italia, se hai ancora bisogno di patrioti!
Ringrazio di cuore chi ha avuto la pazienza e il coraggio di leggere e pure commentare salacemente il 3° episodio del mio racconto e lo invito pudicamente ad affrontarne il 4° che divagherà un po’ dalle avventure di Eva prima di riprenderne il percorso, ma mi sembrava utile alla mia comprensione ed esposizione dei fatti;
vi saluto e vi auguro buon anno con una frase già inviata al mio nuovo amico Beppe Rissone che sembra abbia apprezzato:
“vi auguro solo buon anno perché il 25 dicembre è anche il giorno natale
della dea Mitra, di Horus, Zoroastro e di un’altra manata di dei più o
meno minori, molti dei quali preannunciati da una cometa e destinati a
essere traditi tutti verso i 33 anni o comunque in giovane età, per
cui non vorrei deludere almeno quello in cui ciascuno di voi crede…”
auguri, Guido