Grazie al cervello di molti, tanti, per fortuna ci ha pensato il Padreterno… piove
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⇒ di Gianfranco Gonella ≈ Il Mito Ostinato
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Cari amici bradipolettori, ben ritrovati. L’articolo che vi propongo oggi parte dalla definizione tratta dal dizionario della lingua italiana della parola CERVELLO, quella del titolo: cervello [cer-vèl-lo] s.m. (anche pl.f. cervella nell’accez. 1) 1 anat., zool. Parte dell’encefalo contenuta nella cavità cranica, in cui hanno sede i centri nervosi che presiedono alla motilità, alla percezione sensoriale e a tutte le funzioni superiori 2 fig. Testa come sede del pensiero, dell’attività razionale dell’uomo SIN senno, razionalità.
Il cervello è quindi quell’organo che dovremmo ogni tanto accendere prima di agire, parlare e, perché no, anche scrivere. Già perché purtroppo ritorno a scrivere di quanto i nostri comportamenti siano importanti per uscire da questa situazione della quale non ne possiamo più. È innegabile che per tutti noi l’aver dovuto cambiare abitudini, stili di vita, modo di spostarsi, modo di relazionarsi con gli altri, modo di lavorare, studiare, andare a fare la spesa, in quest’ultimo anno sia stato e continui ad essere duro. Ma abbiamo un cervello che, come da dizionario, è anche sede dell’intelletto, del pensiero, dell’attività razionale. È stato grazie al cervello che un anno fa, allo scoppio della pandemia e del suo rapido diffondersi, abbiamo visto che i provvedimenti presi come chiusure, distanziamento, protezioni individuali e collettive abbiano dato confortanti risultati.
E allora mi chiedo cosa sia passato per il cervello di molti, di tanti, cancellare dalla memoria le sofferenze, i tanti malati, i contagiati tenuti in quarantena, i nostri anziani da soli nelle case di riposo, i tanti morti da soli, senza il conforto di un parente vicino. È bastato l’arrivo di un vaccino per dimenticare la paura anzi, è bastato l’arrivo di un vaccino per prendersela con quelli che un anno fa erano eroi ed ora solo dipendenti statali al nostro servizio. È bastato dare alcune concessioni, sempre dettate dal buon senso comportamentale, che in molti, tanti, si sono dati al gogamigoga, riversandosi questa estate in discoteche, quest’inverno sulle piste da sci, in ogni momento di stentata ripresa alla corsa all’aperitivo, quasi fosse una esigenza vitale.
Così immancabilmente ci ritroviamo ad avanzare come gamberi, un passo avanti e due indietro. Così, appena ci è stato detto che ritornavamo in una situazione più confortevole, in bianco per la Sardegna, in arancione per molti e in giallo per tanti, riuscivamo a rovinare nuovamente tutto. Così la Sardegna tornava in rosso, come alcuni gialli tornavano arancioni. E diversi caporioni politici che auspicavano annullamento del coprifuoco serale solo per cercare il consenso che stavano perdendo. Oppure quelli che chiedevano la sfiducia dell’unico ministro che fino a prova contraria, ha sempre seguito le direttive dell’Istituto Superiore della Sanità, medici non teste di questo o quel partito.
Per fortuna ci ha pensato il Padreterno a raffreddare un poco i nostri bollenti spiriti e così, nella prima settimana di giallo, del teorico liberi tutti, delle nuove aperture autorizzate nel rispetto comunque delle regole, regalandoci una settimana di brutto tempo, meteorologico, tanto da scoraggiare le “libere uscite”. Non ci è riuscito del tutto, visto quanto successo a Ferrara nella prima serata di “giallo” in Emilia Romagna, documentato dalla foto di quest’articolo: sotto una pioggia scrosciante a cena all’aperto con l’ombrello e per molti, tanti, applauditi come “coraggiosi, temerari”… ma fatemi il piacere.
Per fortuna una settimana di pioggia ha fermato questa escalation di stupidità mentre, di pari passo, proseguivano le vaccinazioni, in modo tale che sempre più persone potevano immunizzarsi e non essere più veicolo di diffusione del virus. Ora che arriva nuovamente il bel tempo un poco più tranquilli ci potremo muovere, con buona pace di tutti, baristi e ristoratori che in questa pandemia sono stati tra i più penalizzati. E la riapertura di sale cinema o luoghi di spettacolo, se pur in numero ridotto sono un bel segnale di ottimismo. Senza dimenticare che per la buona riuscita di tutto gli attori principali siamo noi, basta che “accendiamo” il nostro cervello.
Poiché, come sapete, il titolo dei miei articoli si rifà sempre ad un brano musicale, in questo caso Cervello non lo è perché non è un brano, ma il nome di un gruppo di rock progressivo italiano, napoletano con il chitarrista Corrado Rustici, fratello di Danilo degli Osanna, e Gianluigi Di Franco come cantante. Hanno al loro attivo un solo album dal titolo Melos dal quale vi propongo il brano Euterpe nome della musa greca della musica, ma tutti i brani dell’album meritano un ascolto. Caratteristica ancora di questo gruppo l’assenza quasi totale delle tastiere, cosa inusuale per un gruppo progressive. Buona musica a tutti e alla prossima.
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⇒ Foto: tgcom.mediaset.it ≈ Prossimo Appuntamento: martedì 1 giugno
Io sono stato vaccinato (essere persona fragile è un gran bel culo! qualcuno però dovrà ricordarselo anche quando sarà passata la pandemia che esistono e sono sempre esistite persone che hanno costantemente una vita difficile causata da loro infermità fisica o mentale o da problemi economici, ma tanto accentuata e resa molto più faticosa dal comportamento scorretto delle persone sane che vivono intorno a loro, e da quelli che amministrano e organizzano la società senza vederli, come ombre fastidiose…), ma, e riprendo il filo del discorso interrotto dalla lunga parentesi, continuo imperterrito a assere veicolo di diffusione del virus;
vivaddio ho buone percentuali di probabilità di non ammalarmi più, io vaccinato, almeno per sei mesi poi si vedrà, però lo posso contrarre comunque il virus e trasportarlo gratis a spese altrui ovunque vada attraverso me e il mio muco, la mia saliva le mie secrezioni con tutte quelle cose che mi piace fisicametne fare quando tra amici italici ci incontriamo tocchiamo abbracciamo baciamo; insomma non c’è sesso protetto se non con un altro vaccinato come ci ha spiegato simpaticamente Checco Zalone nella sua “La Vasinada”.
Io mi vergogno quasi a confessare che non mi sento cambiato nè in meglio nè in peggio, non mi sembra di aver cambiato mai il mio sobrio stile di vita, anzi, esclusi ovviamente tutti i problemi sanitari, economici e purtroppo le loro vittime, ho solo l’impressione che abbiamo avuto una severa lezione sul fallimento complessivo della nostra società globale e di tutte le sue filosofie di riferimento: abbiamo fallito pressoché dappertutto! Si sono salvate solo le belle individualità morali e professionali come è tipico per gli Italiani in “emergenza”, ma lo Stato, e la Società, ha mostrato crudelmente tutte le sue inefficienze, dall’ultimo dirigente pubblico al capo del consiglio dei ministri e il minuscolo non è errore grammaticale, ma disistima assoluta!
Sarà anche salutare questa severa lezione? Ne dubito fortemente: chi ci guida, sia esso di governo o di opposizione, è lì eletto da noi…
P.S. Mi rammarica sempre non avere brani musicali da consigliare e mai tanto come in questo momento in cui sto leggendo la storia della canzone dell’anarchismo internazionale, ma sono troppo vere troppo semplici troppo umane troppo dolorose troppo moderne e troppo scontate per meritare di essere ascoltate…
Carissimi Gianfranco e Guido, articolo e commento oggi sono un tantino pessimisti eh? Beh, mi fa un po’ piacere perchè io sono un pessimista da sempre ed è consolante, ogni tanto, non sentirsi da solo.
Non conoscevo il gruppo musicale che hai citato questo mese ma Euterpe, in quanto musa, non mi era ignota; vederla citata nell’articolo di oggi mi ha dato un’idea. Le muse dell’eta classica sono da sempre considerate i simboli dell’ispirazione nel campo delle arti ma, per i tempi attuali, credo sia necessario qualche aggiornamento: bisogna tenere conto delle nuove tendenze e trovare nuove figure ispiratrici per le arti praticate dalle nuove generazioni, come ad esempio l’arte della movida, o l’arte del meglio un uovo oggi…, e via discorrendo. Ho cercato quindi i nomi da attribuire a qualche nuova musa. Eccone qualcuno (l’elenco non è completo ma confido in eventuali vostri suggerimenti)
Càlca (musa degli assembramenti)
Tàna (musa del “liberi tutti”)
Smània (musa dell’impazienza)
Pallìope (musa delle fake news)
… ce ne sarebbe anche un’altra che mi convince un po’ meno, perciò la propongo fuori elenco: essendo Urania la musa dell’astronomia pensavo che Gurania potrebbe essere adatta per la Gastronomia… (ripeto quest’ultima non mi entusiasma ma non volevo escludere la categoria dei ristoratori che tanto stanno ancora penando).
Ora vi esprimerei invece una mia opinione sul cervello e su come si è evoluto (o involuto, secondo i punti di vista).
Qualche anno fa, su un testo di anatomia, mi aveva colpito una certa somiglianza tra l’andamento delle circonvoluzioni cerebrali e quello delle anse dell’intestino; mi ero addirittura annotato questa similitudine con l’intento di farci eventualmente una battuta umoristica qualora se ne fosse presentata l’occasione…. ma come era potuto sfuggirmi fino ad allora un fatto così evidente? Mi consolavo pensando che, comunque, anche Archimede non scoprì la spinta idrostatica già dalla prima volta che si immerse in una tinozza…. chissà quante volte aveva fatto un bagno senza notare nulla, prima di giungere al suo famoso “eureka!” . Il compiacimento per la mia scoperta non durò comunque molto. Recentemente ho trovato in rete la conferma che non potevo accampare alcuna priorità su questa osservazione e anzi c’era qualcuno che si era spinto ben oltre. In molti siti viene infatti spiegato con dovizia di particolari che l’intestino è scientificamente considerato il nostro secondo cervello e che intestino e cervello si influenzano reciprocamente!
L’agire, nell’essere umano, è conseguenza del suo pensiero; sono le convinzioni della gente a determinarne i comportamenti e non possiamo allora stupirci quando sentiamo certi discorsi uscire dalla bocca di molti uomini politici; va sottolineato però che costoro non sono affatto gli unici! anche la gente comune è incline ai ragionamenti fallaci, alle sterili polemiche e si compiace di atteggiamenti disfattisti e di dannose prese di posizione. Ministri e senatori non fanno poi altro che rappresentare diligentemente quel popolo che li ha eletti! Sarebbe utile comprendere il perchè tanta gente si comporti come ho appena descritto… di preciso non ho una risposta, però mi son fatto l’idea che molto dipenda da uno squilibrio fisiologico dei nostri due “cervelli”; se, come ci informa la letteratura scientifica, intestino e cervello si influenzano reciprocamente è possibile che talvolta uno predomini sull’altro; se si innescano difettose sinergie tra due organi che contengono uno la materia grigia e l’altro quella materia più sul marrone, si trova la spiegazione di molti fenomeni! Alla luce di questo paradigma mi risulta ora anche più facile capire cosa intendano gli economisti quando parlano del PIL: esso non è altro che il contenuto dei nostri “secondi cervelli”, ecco che cos’è! è il nostro “prodotto interno lordo” che scarichiamo in fogna a ogni tiro di sciacquone!
Caro Gian devi scusarmi, tu hai titolato il tuo articolo con una delle parti più nobili del corpo umano, mi hai fatto conoscere i Cervello, gruppo rock di cui non sapevo nulla, hai nominato la musa Erato, insomma hai esordito con argomenti “alti” ed io ho fatto scivolare pian piano il discorso molto più in basso, a rasentare quasi il pensiero scatologico. Cerco di redimermi allora proponendo il brano musicale. Oggi, scrivendo di intestino, mi sono venute in mente alcune sue patologie quali il morbo di Crohn, la sindrome del colon irritabile e il meno grave ma molto diffuso intestino pigro; proprio quest’ ultimo mi ha evocato il titolo di un brano fine anni ’70 che ora propongo per fare ammenda delle mie poco edificanti sparate di poco fa. Ho avuto la tentazione di riportarne qui il testo perchè trovo che ben si adatti ai temi che tu, Guido ed io abbiamo trattato più sopra; non l’ho riportato infine perchè ho già rubato troppo spazio e soprattutto perchè sia di stimolo per chi magari è per l’appunto un po’ pigro ad andare a guardarselo su Google. La canzone è bella ma è il testo a essere illuminante: ci fa capire, molto meglio dei miei stupidi esempi, almeno una delle cause per cui questa società è diventata così come la conosciamo.
“PIGRO” Ivan Graziani – 1978 https://www.youtube.com/watch?v=TDUmK9leSmU
Caro Gianfranco, cari Guido e Claudio.
In questo infausto periodo dobbiamo restare calmi. Freddi nelle decisioni importanti e nelle precauzioni da tenere a mente sempre. Dobbiamo, come si dice, usare la testa. Appunto. Mi piace ricordare a me stesso l’importanza dell’amigdala. A forma di mandorla. La mandorla delle emozioni. La parte più ancestrale del cervello. Essa ci fa agire d’impulso senza ritardo. Il nostro cervello ritiene più a lungo e con più dettagli un’informazione che si apprende durante un’emozione estremamente intensa. Diversamente da quelle emotivamente insignificanti. Per evitare di esserne ostaggio e, purtroppo andare in panico, bisogna controllare le emozioni. Ce la faremo? Ci stiamo provando con grande fatica. Se non fosse stato il tormentone di quando eravamo smascherati, vi avrei dedicato la canzone “ Devi stare calmo “ di Neffa. Ora non mi sembra il caso di insistere. Insomma se l’amigdala pare una mandorla, il cervello somiglia tanto al gheriglio di una noce.
Carissimi, innanzi tutto grazie per i vostri interventi.
Per chi come me e come tutti noi della redazione di “bradipodiario”, vedere che i nostri scritti stimolano interventi è grande soddisfazione, più ancora del numero delle visualizzazioni, seppur anche importanti, che gli articoli hanno.
E lo sono ancor di più se proseguono in qualche modo i contenuti degli stessi.
Caro Guido c’è un passaggio nel tuo intervento che è quello che non bisognerebbe dimenticare ed è quello riferito alla tua condizione di vaccinato “Io mi vergogno quasi a confessare che non mi sento cambiato nè in meglio nè in peggio, non mi sembra di aver cambiato mai il mio sobrio stile di vita”.
Ecco è proprio questo che dovrebbe succedere, tornare a vivere con le proprie abitudini, con lo stesso stile, con le dovute cautele, che in ogni caso, dovremmo in ogni modo mantenere.
Caro Claudio, l’avere due cervelli non mi consola anzi mi fa ancor più incavolare: nella mia condizione di congedato dal lavoro ho la fortuna di potermi recare a fare la spesa in giornate e orari diversi da prima.
Spesso lo faccio verso l’ora di pranzo in giornate a metà settimana, in modo tale da trovare meno persone, per poter scegliere con più calma e senza l’assillo di dover tornare in fretta a casa perchè la giornata volge al termine.
Così ho più tempo per fare altro, non fosse solo una passeggiata.
Ed è qui che mi incavolo, come sopra scritto, perchè in questo periodo, dopo tutto quello che è successo, dopo tutta l’informazione che abbiamo ricevuto, dopo aver toccato con mano quali sono le conseguenze dei nostri comportamenti, dopo aver sentito piangere miseria quasi fossimo tutti relegati a vivere sotto un ponte, ecco che assisto alla calca nei, anzi fuori, dai bar, ecco che l’attività principale della vita è l’andare a mangiare al ristorante, cosa che prima facevamo con il contagocce.
E se da una parte capisco, anche se non approvo, che a far ciò siano anziani, pensionati, persone con poca istruzione, mi fa male vedere che sono molti i giovani, i figli e i parenti di persone che sono mesi che non vedono perchè internati in case di riposo e non visitabili, persone che dovrebbero, almeno loro, aver un cervello funzionante, quello vero, e non ragionare con l’altro.
Mi rendo conto Gabriele che mi sto facendo prendere troppo dalle emozioni, che dovrei fermarmi e cercare di essere calmo, ma è difficile, sempre più, quasi che tutti i miei sforzi vengano vanificati da una massa di “culopensanti”, perchè di questo si tratta.
Ne verremo fuori?
Sicuramente si, ma i tempi saranno più lunghi di quanto si poteva pensare un anno fa.
Nel frattempo abbiamo passato una settimana di guerra: non c’è stato giorno in cui non ci sia stato un incidente sul lavoro.
Persone che sono uscite al mattino per recarsi a lavorare, a guadagnare quanto loro serviva per vivere, che non sono più tornate a casa.
E c’è voluto un cantante per far capire a molti che il potere politico è sempre presente e sa come condizionare il pensiero della massa.
Se poi riflettiamo che l’episodio fa riferimento a quella che dovrebbe essere la rete più progressista RAI, pensiamo a quanto bene possano fare i messaggi che arrivano da altre reti guidate da da privati o, apertamente, da ben noti affiliati politici.
Arrivederci alla prossima, magari con qualche buona notizia che ci possa in qualche modo rasserenare.