Dedico queste facezie a coloro che sono disperati come me… non tanto dall’isolamento, ma dal martellamento mediatico… a reti unificate che ci assale in continuazione…
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Dedico queste facezie a coloro – se ci sono – che sono esasperati come me, veramente esasperati – mica dall’isolamento del quale ci si fa più o meno una ragione – ma di questo martellamento mediatico indecente a reti unificate che ci assale in continuazione. C’è questa vocina inquietante da film horror, sopra una musichetta anch’essa da film horror, che ci ripete ogni dieci minuti “andrà tutto bene” e ancora, ancora, ancora. Esiste forse un modo più penetrante per convincerci del contrario? È come sentire una voce che ogni santo giorno dal risveglio ti ripete in modo incessante “tu non sei stupido” e ancora, ancora e ancora. Lo so perché mi è capitato. Sì. Ed è stato così che mi sono convinto di essere stupido davvero, e invece non era vero!
Era solo che avevo dall’infanzia un pastello nella scatola cranica; me lo ero infilato attraverso il naso, sì, proprio come Homer Simpson. Altri tempi. Oggi invece è possibile rimbecillirsi già dall’infanzia con uno smartphone, che è più pratico e indolore, ma allora, capirete, avevamo giochi più spartani. Ci si poteva ancora mettere le dita nel naso e oggetti in bocca e così via. Ma anche questi messaggi televisivi che dicevo ci ripetono all’infinito proprio questo concetto: “siete stupidi”. Devono pensare davvero che siamo stupidi se sentono il bisogno di ripetere in continuazione “pulite la casa, fate esercizio fisico, lavatevi le mani”.
Ora mi sovviene il dubbio, però. Siamo stupidi davvero? Macché. Abbiamo un pastello nella testa. Il mio è verde. Se lo avete anche voi tenetelo lì, non conviene toglierlo, perché potrebbe aumentare improvvisamente le capacità di comprensione. Potremmo arrivare anche a decifrare la notizia fissa di apertura di ogni telegiornale, quella che si replica uguale tutti i santi giorni: “aumentano i contagi, ma calano… oppure, variante, calano i contagi, ma aumentano”. Io spengo la tv. Almeno finché un decreto non stabilirà che non possiamo allontanarci più di un metro da un televisore acceso. Che poi in fondo dalla televisione vogliamo sapere una sola cosa: “abbiamo trovato un vaccino”. Finché non esce in produzione un nuovo modello di virus avremmo quello che ci serve. Poi scaricheremo gli aggiornamenti. Ora, sia chiaro, non voglio apparire ingrato verso la nostra comunità scientifica che ha aperto comunque nuove frontiere alla conoscenza, davvero insperate… insegnandomi che si può starnutire sul gomito. Ma ci avete provato? Soltanto per la manovra di avvicinamento ho bisogno di avere dallo starnuto un preavviso di 30 secondi.
Ci mette di meno Parmitano ad allineare la capsula per agganciarsi alla base orbitante. Ok. L’evoluzione dell’uomo procede, il prossimo passo del nostro progresso galoppante sarà soffiarsi il naso con le dita dei piedi. Ma non voglio anticipare cose che spetta alla scienza annunciare. Figurarsi che ancora devono capire come sia compatibile con le leggi fisiche il volo del calabrone. Ma la risposta è semplicissima: il calabrone vola perché è ignorante. Che non vale però per tutti gli ignoranti, se no, vi garantisco, decreti o non decreti, avrei già preso il volo.
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Disegni: Umberto Scopa – static.miraheze.org
L’Ago Nel Pagliaio ritorna martedì 12 maggio
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