Vietato Morire

notizia scelta da Gianfranco Gonella

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La città dove è “vietato morire”, non è fantascienza: qui non si può passare all’atro mondo…

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Cari amici bradipolettori, per la bradiponotizia che voglio proporvi ho rispolverato la mia attività di curioso del web alla ricerca di spunti per i miei articoli e alla mia voglia di viaggiare alla scoperta di nuovi luoghi dove andare. Così, su questo sito ho trovato questa notizia a firma di Marianna Somma che ora vi propongo.

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C’è un posto nel mondo occidentale o meglio una città “dove è vietato morire”. Non è un film di fantascienza o uno scherzo di Carnevale, ma la pura e semplice verità. Ci troviamo in Norvegia e più precisamente nella cittadina di Longyearbyen. Qui dagli anni ‘50 del secolo scorso la morte è un tabù ed è stata bandita completamente.

Che significa? Davvero in questa città norvegese è vietato morire? Se sei curioso di saperne di più non ti resta che continuare la lettura.

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Perché Longyearbyen è chiamata la città dove è “vietato morire”? 

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Nell’Europa settentrionale, più specificatamente in Norvegia, nell’arcipelago di Svalbard, esiste un posto chiamato Longyearbyen famoso non solo per essere la “città più settentrionale del mondo”, ma anche per essere la “città dove è vietato morire”.

Qui il clima è un vero e proprio nemico dell’uomo e le temperature sono rigidissime: spesso e volentieri toccano punte di -32 C°.

Ciò ha fatto sì che in città fosse emanata nel 1950 una legge unica al mondo che non esiste in nessun altro posto del nostro Pianeta. Questa legge vieta di morire in città e obbliga i moribondi e i malati terminali a spostarsi sulla terraferma per poter morire.

Il motivo è il clima o meglio il terreno sempre completamente ghiacciato (noto come permafrost) che impedisce ai cadaveri di decomporsi. Nel 1917 e successivamente nel 1920 due violente epidemie colpirono la popolazione locale. Ci furono centinaia di migliaia di vittime. Qualche anno dopo si accorsero che i corpi sepolti nel cimitero locale erano intatti, in perfetto stato di conservazione, erano nelle stesse identiche condizioni di come erano stati seppelliti.

Il timore di nuove ondate di epidemie e contagi fece chiudere per sempre il cimitero ed impedire le sepolture per tumulazione. Una saggia idea che si rivelò la migliore scelta che il governo locale potesse mai fare. Perché?

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Permafrost e il divieto di morire a Longyearbyen

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L’effetto permafrost è stato a lungo studiato dagli esperti. Non si trova solo in Siberia e in Groenlandia, ma anche in altre zone del mondo come in Norvegia settentrionale.

Negli anni ‘90 fu fatta una straordinaria e terribile scoperta. Furono analizzati i corpi sepolti durante le epidemie del 1917 e del 1920 e si scoprì che i ceppi che avevano ucciso gran parte della popolazione erano perfettamente conservati e ancora vivi e attivi. Ecco perché la decisione fatta nel 1950 di chiudere il cimitero e vietare le sepolture è quanto mai giusta e lungimirante. Non ci sono nemmeno ospedali e case di cura a Longyearbyen, sempre per colpa del permafrost e del rischio altissimo che virus mortali perfettamente conservati a causa del gelo riescono a infettare nuovamente l’intera popolazione.

Tuttavia è possibile essere cremati per chi lo desiderasse.

Abbiamo soddisfatto la vostra sete di sapere e la vostra curiosità? Ora non vi resta che prenotare un viaggio artico e scegliere come prossima destinazione la gelata e bellissima Norvegia, magari facendo anche una piccola rapida tappa nella città dove è vietato morire, ovvero LongyearbyenPronti, ben coperti da abbigliamento termico, si parte per questa nuova entusiasmante avventura.

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Foto:  wineandfoodtour.it

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La Bradipo Notizia ritorna domenica 12 marzo

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One Comment

  1. Andrea Reply

    Qualche anno fa ho visto un documentario di National Geographic sulla Groenlandia e il popolo inuit e mostrava una cerimonia funebre. Anzi direi una eutanasia. Il Componente della tribù, ancora in vita, veniva fatto salire su una canoa e in una mattina nebbiosa veniva lasciato andare al proprio destino sparendo nella nebbia. Per dei popoli che vivono sul ghiaccio, probabilmente avevano tutti raggiunto la stessa solozione

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