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Visto che eravamo in piena emergenza cosa siamo riusciti a fare?
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Ben ritrovati amici bradipolettori, con questo articolo riparte la nuova stagione de “Il Mito Ostinato” che spero vi faccia compagnia sino alla prossima estate. L’ultima volta che ci siamo incontrati eravamo alle prese con le conseguenze della lunga siccità e con i prezzi al consumo che iniziavano a lievitare in maniera esponenziale. E non parliamo dei costi dell’energia anche questi cresciuti a dismisura, pur senza ragione apparente, ma per me frutto di speculazione di pochi a danno di molti.
Così, visto che eravamo in piena emergenza cosa siamo riusciti a fare? Abbiamo mandato a casa il governo che, volente o nolente, era impegnato a farci uscire in qualche modo dal guano, e tutto questo a pochi mesi dalla scadenza naturale della legislatura.
Così adesso ci apprestiamo a nuove elezioni, con i soliti noti che si accorgono che avendo lasciata aperta la porta della stalla chiedono al pastore, che hanno licenziato, di rinunciare al preavviso e di fare di tutto e il contrario di tutto per recuperare gli animali fuggiti.
In pratica ne hanno fatto la sua Apoteosi.
Non fraintendetemi, non sto tessendo le lodi a questo esecutivo che, se ricordate, avevo definito come il governo Frankenstein, visto le varie componenti che ne facevano parte, ma ritengo che, in questo momento, non era proprio il caso che andasse a casa.
Ma tant’è, gli interessi di partito hanno avuto la precedenza sugli interessi dei cittadini. E mai come in questo momento ho paura.
Sono consapevole che la maggioranza sarà nuovamente della parte che più mi è avversa, ma quello che mi fa paura è che il partito di quella coalizione che avrà la maggioranza sarà quello che è apertamente fascista, che non ha mai rinnegato un tragico passato della nostra storia.
E la paura che mi attanaglia è anche legata a questo rigurgito fascista che sta aleggiando sul mondo. Le elezioni svedesi hanno portato in parlamento i neofascisti che di democratico hanno solo il nome, e fanno parte dello stesso gruppo in Europa del partito sopracitato, e anche questi andranno al governo.
In Cile il referendum per la nuova costituzione che si prefiggeva di superare finalmente quella voluta da Pinochet è stato bocciato. E non venitemi a dire che la madre Russia sia una democrazia, ma qui lo zar è notoriamente amico del pregiudicato presidente di una squadra lombarda della città dell’autodromo, mentre il collezionista di felpe va in giro con la maglietta con impresso il suo ritratto.
È notizia di questi giorni che il Parlamento Europeo ha condannato l’Ungheria perché non la ritiene una democrazia. A questa condanna si sono opposti il partito del collezionista di felpe e, naturalmente, sempre il partito di cui sopra. Non dimentichiamo che questi due partiti fanno sempre riferimento a Orban ritenuto lume tutelare.
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La mia speranza è che si vada a votare, pur con la consapevolezza della sconfitta elettorale, ma che si vada e che non si dia la possibilità alla compagine di destra di arrivare alla soglia dei 2/3 delle camere così da poter modificare in maniere unilaterale la Costituzione senza passare per referendum.
Personalmente andrò a votare per un piccolo partito che, comunque, crede nelle istituzioni, ha avuto il coraggio di metterci la faccia all’interno di una coalizione ed ha, almeno nelle intenzioni di voto, la percentuale necessaria per entrare in parlamento. Poi tutto è possibile.
Ritorniamo al titolo dell’articolo “Apoteosi”. Si tratta del nome di uno dei pochi gruppi provenienti dalla Calabria. Grazie all’incoraggiamento del padre di tre dei componenti, Salvatore Ida, titolare di una piccola etichetta, la Said Records (facile intuire l’acronimo del nome), specializzata in musica folk.
I figli, Federico è il bassista, la sorella Silvana voce solista e Massimo, giovane quattordicenne, è il tastierista. A loro si aggiungono Franco Vinci alle chitarre e il 16enne Marcello Surace alla batteria.
Nel 1975 sono negli studi Sonic a Roma per incidere il loro album dal titolo proprio Apoteosi, un lavoro sorprendente anche se può sembrare datato nella sua struttura compositiva, ma grazie ad alcuni passaggi virtuosi e buoni arrangiamenti gode di una discreta freschezza.
Verrà stampato in pochissime copie e la distribuzione sarà solo a livello locale perché non si ha notizia di loro partecipazioni a festival, raduni o manifestazioni musicali varie.
Inoltre non fanno tournée. Insomma, la totale mancanza live del gruppo ne decreta la sua fine naturale. I cinque musicisti rimarranno nell’ambiente musicale collaborando come turnisti a esponenti vari della musica leggera italiana e internazionale. Il brano che vi invito ad ascoltare è un mix di tre tracce dal titolo Il grande disumano, Oratorio, Attesa
Buon ascolto e a presto rileggerci, speriamo.
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Immagine tratta da pinterest.com (Apoteosi di Omero dipinto a olio su tela di Jean-Auguste-Dominique Ingres, realizzato nel 1827 e conservato nel museo del Louvre di Parigi)
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Il Mito Ostinato ritorna lunedì 17 ottobre
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In effetti Gianfranco le tue paure non sono infondate… a fine agosto, in un reportage su Mirafiori, leggevo un articolo dal titolo: “La fabbrica vira a destra” e nel sottotitolo “gli operai si schierano con Meloni”; in un altro articolo di due giorni prima veniva spiegato che gli italiani che voteranno Meloni sono disperati, si sentono all’ultima spiaggia e la leader di Fratelli d’Italia è l’unica che non sia mai stata messa alla prova là dove tutti gli altri lo sono stati ed hanno fallito. É la stessa ragione per cui, prima di lei hanno votato Grillo, Renzi e Salvini. Io capisco che alla classe operaia, dopo averli provati tutti, non resti che tentare quest’ultima opzione e me ne dispiaccio, poi vabbè, che provino, così, tanto per avere la conferma che lo stato di cose in Italia non dipende da chi si è votato. E comunque, se dopo il 25 settembre le cose non andassero come i sondaggi predicono, cosa potemmo aspettarci? Renzi e Conte si stanno scambiando improperi, Conte attacca pesantemente Letta che a sua volta risponde per le rime, Calenda è contro tutti, Berlusconi, Salvini e Meloni vorrebbero darci l’impressione di essere coesi e non si insultano direttamente ma conosciamo bene le loro divergenze. Io credo che chiunque di costoro riuscisse a formare un governo (magari un Frankenstein 2) le premesse per vedercelo cadere prima della scadenza ci sono già ancor prima di andarli a votare.
Ma su una cosa, almeno, posso tranquillizzarti: non c’è nessun pericolo che qualcuno riscriva la Costituzione a proprio uso e consumo: quelli non sanno neanche scriversi la lista della spesa, figuriamoci! al massimo saprebbero imbastire una loro Caos-tituzione che sarebbe poi totalmente inapplicabile e si ritornerebbe alla precedente. Abbiamo visto come è finita con la rielezione del Presidente della Repubblica! E poi con Draghi… tu stesso, Gianfranco, ci hai presentato la metafora della stalla da richiudere dopo che i buoi sono scappati! A tal proposito ti suggerisco di non crucciarti troppo anche per questo, perchè a me sembra che, aperte o chiuse che fossero le porte della metaforica stalla, poco è cambiato perchè di buoi, dentro, non ce n’era più nessuno già da un pezzo!
Contrariamente al solito questa volta non ho voluto aspettare il fine settimana per rispondere ai commenti, ma ho deciso di farlo subito.
E’ vero Claudio quando affermi che quei qualcuno che non sanno nemmeno scrivere la lista della spesa al massimo sarebbero capaci di imbastire una Caos-tituzione, ma è proprio di quel caos che mi sto preoccupando.
Ecco perché ritengo che queste elezioni, che non dimentichiamo, saranno ancora fatte con quella schifezza di legge elettorale, siano importanti e che sia importante che l’astensionismo non prevalga o che molti voti vadano dispersi e, alla fine, non conteggiati perché non utili a eleggere nessuno.
Mi avvalgo per giustificare questo mio pensiero ad un bell’articolo pubblicato su MicroMega che vi invito a leggere cliccando sul link che segue
https://www.micromega.net/elezioni-risultati-possibili-voto/
Approfitto anche per comunicarvi che, contrariamente a quanto riportato in calce all’articolo, il nostro appuntamento di ottobre subirà uno slittamento di almeno una settimana per motivi personali.
Confidando in un bicchiere mezzo pieno…
Carissimo Pinocchio,
amico dei giorni migliori.
Così cantava il marito di Gloria Guida, mentre la guardava, insieme a centinaia di arrapati, farsi la doccia e frequentare il liceo classico di Trani dove sono stati girati decine di film dai titoli più ammiccanti. Vivo in quella città da quarant’anni e rido al pensiero delle farlocche promesse elettorali, che si sono succedute nel tempo. Sappiamo che le Camere sono state sciolte il giorno dopo del raggiungimento del diritto al vitalizio dopo il 65° anno di età anche per Onorevoli e Senatori, che hanno occupato per quattro anni e mezzo, più un giorno, gli scranni del Parlamento. Oltre, chiaramente, al misero stipendio, alle diverse indennità, prebende e, forse, altro ancora, che hanno acquisito durante il mandato.
Chi verrà dopo di loro si troverà in un marasma di Istituzioni da riorganizzare, dalla Sanità alla Istruzione e Ricerca, alla Giustizia, alla benedetta sburocratizzazione delle pratiche della Pubblica Amministrazione, che se ne è fregata delle leggi per la semplificazione degli atti amministrativi e dei ministri che passano come il vento sulle fronde, mentre il burocrate rimane saldo a bloccare procedure, in attesa di sollecitazioni e tornaconti a lui favorevoli.
E’ vergognoso che non si siano messe in campo riforme radicali della Sanità, della Giustizia, delle misure alternative alla detenzione, della Scuola, dell’avviamento al lavoro, della cura del patrimonio del corso delle acque, delle strade, delle autostrade, delle infrastrutture cittadine e rurali.
Invece, in sordina, abbiamo visto inserire, come supposte, cavi per le strade delle nostre città. Il 5G ed altre “diavolerie” tecniche sono state infilate quasi di soppiatto. Già, sembro un troglodita, quando scrivo certe scempiaggini: “Ma come, ma cosa dici. La informatizzazione della burocrazia porterà tanti vantaggi a tutti” direte voi. Se da un lato è così, per altro verso vi devo deludere raccontandovi quanto sta succedendo per il famoso “Processo Civile Telematico “. Spesso e malvolentieri gli operatori del sistema informatico della Giustizia Civile devono far ricorso al tecnico informatico per risolvere problemi di collegamento. Altre volte devono attendere i tempi per l’aggiornamento dei dati. Altre volte sono costretti a prendere appuntamento con il Cancelliere di turno, per richieste di notizie in merito ai fascicoli di causa. Grazie al PNRR sono stati reclutati una frotta di giovani dell’Ufficio del Processo. Per “smaltire“ gli arretrati… Tanti anni fa avevano ideato l’Ufficio stralcio con lo stesso incombente. Un po’ come l’indulto e l’amnistia. Sono tutti pannicelli caldi che non risolvono il problema.
E’ morto o Re, viv’o Re. Chissà: con na bira, na chitara, du spaghi, oio e peperoncino, potremo anche non entrare in guera. No, vabbè.